+0,6% / -3,0% / -46,3% / 4,7%
Il paragrafo dedicato alle banche contenuto nell’ultimo Bollettino Economico rilasciato dalla Banca d’Italia (cfr. paragrafo 2.7 del Bollettino n. 2/2018, al quale potete accedere direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui) riporta, in sintesi, alcuni dati ed informazioni, probabilmente utili per investitori e professionisti, così riassumibili:
- la dinamica del credito concesso dalle banche alle imprese risulta in aumento. La domanda di credito delle imprese si è rafforzata, le condizioni di offerta sono migliorate (ma solo per le imprese di media e grande dimensione), è aumentato il credito erogato a società manifatturiere (+3,7% a febbraio 2018) e quello alle imprese di servizi (+1,9%) mentre è risultato ancora in flessione il credito erogato al settore delle costruzioni (-3,4%). È curioso rilevare, però, che “la dinamica dei prestiti è stata più accentuata per quelli erogati dalle banche di piccola dimensione e dalle filiali e filiazioni di banche estere (3,0 e 3,4 per cento, rispettivamente, a fronte di 0,5 per le altre banche)”;
- il tasso medio sui nuovi prestiti alle aziende è rimasto stabile e pari all’1,5% annuo. In particolare (cfr. grafico 33, DX), il tasso medio sui nuovi finanziamenti in conto corrente alle imprese permane pari al 3% annuo, il tasso medio sui nuovi prestiti sino ad 1 milione di euro risulta pari a circa il 2% mentre il tasso medio sui nuovi prestiti oltre 1 milione di euro si situa poco al di sopra dell’1% annuo;
- l’incidenza dei crediti deteriorati (delle banche significative) è diminuita nel quarto trimestre del 2017. L’incidenza media dei crediti deteriorati lordi risulta pari al 14,5%, il grado medio di copertura è in aumento 53,8% per cui l’incidenza dei crediti deteriorati lordi al netto delle rettifiche di valore è scesa al 7,3%;
- il flusso di nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti (2,1%) è risultato in lieve risalita rispetto al dato del precedente trimestre a causa del contributo dei prestiti alle imprese, comparti per il quale tale incidenza è stata pari al 3,4%;
- il grado di patrimonializzazione è aumentato: a dicembre 2017 il CET 1 si posizionava al 13,3%, in netto progresso rispetto al dato di fine 2016 (10,4%).
Dal punto di vista delle performance economiche, il Bollettino riporta la seguente sintesi (il grassetto e la sottolineatura sono ovviamente nostri): “Nel complesso del 2017 il risultato di gestione dei gruppi significativi, al netto delle componenti straordinarie, è cresciuto marcatamente rispetto all’anno precedente (del 22,4 per cento). Il margine di intermediazione è salito dello 0,6 per cento, sospinto dall’aumento delle commissioni (6,6 per cento) che ha più che compensato la flessione del margine di interesse (-1,6 per cento). I costi operativi si sono ridotti (-6,6 per cento), anche per il venir meno dei contributi straordinari al Fondo di risoluzione nazionale e per il calo degli oneri relativi agli incentivi all’esodo del personale; al netto di tali componenti una tantum la diminuzione sarebbe stata del 3,0 per cento. Le rettifiche su crediti sono diminuite del 46,3 per cento; la loro incidenza sul risultato di gestione è scesa all’81,6 per cento (da 204,6 nel 2016). Il rendimento annualizzato del capitale e delle riserve (ROE) è aumentato all’8,6 per cento (-10,4 nel 2016), anche a seguito dei proventi straordinari connessi con le operazioni di consolidamento realizzate da alcuni gruppi nel primo semestre del 2017 (cfr. Bollettino economico, 4, 2017); escludendo tali proventi il ROE sarebbe stato pari al 4,7 per cento.”.
Quattro dati, in particolare, contano: + 0,6% (margine di intermediazione), - 3,0% (costi operativi), - 46,3% (rettifiche di valore su crediti) e 4,7% (ROE). La strada è ancora molto lunga.