A quale scenario debbono saper resistere le banche italiane?
Quale è il peggior scenario (ma ne esiste anche uno meno severo) a fronte del quale le banche italiane debbono dimostrare di essere resilienti nel triennio 2018-2020?
BCE ed ESRB hanno predisposto le ipotesi poste a base del cd. "adverse macro-financial scenario" che è stato appena diffuso da EBA e che dovrà essere utilizzato da 48 gruppi bancari, dei quali 33 supervisionati direttamente dal SSM, che rappresentano circa il 70% degli attivi bancari totali dell'Unione Europea. Le banche italiane selezionate sono Banco BPM S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., UniCredit S.p.A. e Unione di Banche Italiane S.p.A..
La metodologia prescelta copre ogni area di rischio rilevante e, per la prima volta, incorpora i nuovi standard contabili previsti da IFRS 9. E' molto importante evidenziare che i risultati degli stress test: i) saranno posti a base dello SREP condotto dalla Vigilanza europea nel 2018, con particolare riguardo ai temi di capitalizzazione; ii) saranno resi pubblici e consentiranno di apprezzare l'effettiva resilienza delle banche su basi sufficientemente omogenee.
Il primo macro fattore di rischio sistemico considerato è il brusco e consistente repricing dei premi per il rischio derivante da uno shock globale dei mercati obbligazionari e azionari. La lettura dei tre capitoli del documento perdisposto da ESRB, che descrive lo scenario di maggior rischio in tutte le sue principali componenti e nei relativi dettagli, mozza il fiato e non ha nulla da invidiare agli scritti di Conan Doyle. Lo shock indotto dal repricing dei premi per il rischio determinerebbe, poi, un ciclo vizioso tra scarsa redditività delle banche e crescita (secondo macro fattore di rischio), con la diffusione di dubbi circa la sostenibilità dei debiti privati e pubblici (terzo macro fattore) e l'emersione di un rilevante rischio di liquidità nel settore non finanziario (quarto macro fattore di rischio).
Non è compito di questa breve analisi svolgere una critica alle ipotesi poste a base di questo scenario, ma la diffusione dei rischi sistemici potrebbe non seguire esattamente il "progetto criminale" ipotizzato e risultare ben più rapida e dolorosa. In ogni caso la lettura attenta di questo documento rappresenta un esercizio di immaginazione assai utile per tutti coloro che operano (anche) nel settore finanziario, aiuta a sganciarsi dagli ancoraggi mentali ai quali ci si abitua nel corso degli anni e per quanto il worst scenario possa essere oggi considerato non credibile e posto a base delle solite critiche antieuropee, così diffuse nel settore bancario italiano, esso rappresenta un monito da non banalizzare alla luce di ciò che la storia ci ha già insegnato. La resilienza della propria banca dovrebbe risultare prioritaria rispetto alla smisurata fiducia che molti banchieri, ahinoi, ripongono nelle loro capacità divinatorie, di per sè il più pericoloso fattore di rischio al quale è esposta una banca, come la crisi di Lehman ci ha insegnato.
Quali sono le variabili specifiche relative all'Italia previste dal worst scenario? Ecco la sintesi delle principali variabili relative agli anni 2018, 2019 e 2020 (valori percentuali):
- PIL: -0,6 / -1,5 / -0,6;
- tasso di disoccupazione: 11,3 / 11,9 / 12,7;
- inflazione al consumo: 0,8 / 0,8 / -0,1
- prezzi immobili residenziali: -7,3 / -4,9 / - 0,1;
- prezzi immobili industriali: -7,8 / - 5,1 / -1,8;
- prezzi delle azioni: - 34,6 / - 31,5 / - 24,9;
- tassi a lungo termine: 3,3 / 3,7 / 4,0.
Tali elementi debbono ovviamente essere considerati all'interno di tutte le altre condizoni macroeconomiche presenti nel worst scenario, ma non sembrano sufficienti per richiedere (tranne, forse, che per il prezzo delle azioni) una rivisitazione della Apocalisse di Giovanni. Si ha quasi l'impressione, invece, che il sistema, nel suo complesso, sia divenuto comunque resiliente (o in una certa misura insensibile) a fronte di shock rivenienti dai mercati finanziari.
Ma cosa succederebbe se .......
Provate ad immaginare.