A quali rischi sistemici siamo esposti in Europa?
Lo European Systemic Risk Board (ESRB) è stato costituito nel 2010 per monitorare il sistema finanziario dell'Unione Europea e prevenire e mitigare il rischio sistemico.
Non esiste nè una visione, nè una definizione univoca di rischio sistemico: per un investitore esso è il rischio che dipende da fattori che influiscono sull'andamento generale del mercato e che non può essere eliminato o ridotto tramite una diversificazione del portafoglio, mentre per un banchiere o un supervisore il rischio sistemico è il rischio che la crisi o la risoluzione di uno o più intermediari finanziari determini generalizzati fenomeni di crisi in altri intermediari. Gli eventi sistemici assumono una importanza cruciale a causa dell'influenza che i vari soggetti del network hanno gli uni con gli altri; il sistema bancario e finanziario è caratterizzato da forte interconnessione e, per definizione, esso è esposto forse più di altri agli effetti negativi del rischio sistemico.
Lo ESRB pubblica trimestralmente un Risk Dashboard che riporta un set di indicatori quantitativi e qualitativi del rischio sistemico nel settore finanziario dell'Unione Europea.
E' importante tenere presente che il Risk Dashboard (RD) non può essere considerato:
- una dichiarazione politica sul rischio sistemico, in quanto le analisi svolte dall'ESRB con tale documento mirano solo a fornire una visione generale dei rischi sistemici;
- un sistema di early-warning, dato che il RD non è costituito da una serie sufficientemente ampia e disaggregata di indicatori;
- una base per sviluppare inferenze in modo lineare ed automatico, dato che la nuvola dei rischi che gravano sull'Unione può risentire di taluni fattori di mitigazione non evidenziati nel RD.
Ciò premesso, l'esame e l'analisi approfondita degli indicatori contenuti nel RD può costituire una base solida per sviluppare strategie di investimento, di sviluppo, di consolidamento e di mitigazione dei rischi.
Quali informazioni emergono dall'analisi dei contenuti del RD n. 22 rilasciato lo scorso 20 dicembre 2017?
Il primo grafico (pag. 4) riporta il CISS (Composite Indicator of Systemic Stress) che nel corso del 2017 è rientrato in un range di valori molto contenuti ed analoghi a quelli già sperimentati nel corso del 2013. Il livello di correlazione negativa fra i 5 sub-indici che costituiscono il CISS, però, si va riducendo, probabilmente un fattore di mitigazione in meno dei rischi di stress sistemico.
Una fase decisamente migliore è quella vissuta dal SovCISS (Sovereign CISS) che nel corso del 2017 ha raggiunto un livello prossimo al CISS (ma già in passato era accaduto che esso risultasse inferiore al CISS), con livelli assoluti però mai raggiunti dal 2007 ad oggi, evento legato al programma di riacquisti di BCE che ha narcotizzato e dato stabilità anche al mercato dei titoli sovrani.
Anche la volatilità dei mercati azionari (pag. 28, indicatore 5.1b) ha conseguito livelli di minimo che non si registravano dal 2005. Ma come evidenzia la Overview rilasciata dall'ESRB (neretto nostro): "However, these low levels of expected volatility, in particular those of implied volatility, do not necessarily imply an absence of risks in financial markets. Indeed, it has been documented that periods of low implied volatility can coincide with continuous price increases in financial markets. In a situation with high political uncertainty and stretched valuations in several market segments, volatility in the financial markets could rise rapidly and significantly."
La calma prima della tempesta?
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