A quando le BanTech?
L’analisi del mondo fintech elaborata dal dott. Fabio Panetta, Vice Direttore della Banca d’Italia, nella prolusione che egli ha svolto nel corso dell’Annual Reunion of the Harvard Law School Association of Europe ed intitolata “Fintech and banking: today and tomorrow” (che potete scaricare direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui) presenta molteplici punti di interesse e di riflessione.
In particolare, la lettura della prolusione fa sorgere almeno tre domande forse utili per coloro che si occupano di strategie degli intermediari finanziari e bancari:
- perché le imprese operanti nel settore finanziario non hanno dato avvio a fintech, o almeno ad iniziative di corporate venturing di potenziali fintech, al fine di agevolare lo sviluppo interno di innovazioni tecnologiche?
- per quali motivi esse non hanno saputo sviluppare piattaforme di gestione della base clienti ed hanno, quindi, mantenuto un approccio per prodotti e servizi?
- come mai le banche non hanno saputo offrire, anche tramite la vasta rete fisica di sportelli fisici ed elettronici di cui disponevano, nuovi servizi ed iniziative in concorrenza diretta con i grandi retailer online?
Probabilmente sono queste tre le principali aree di miopia strategica, nei gruppi bancari contraddistinti da minore sensibilità al cambiamento, che hanno determinato l’avvio ed il successo di molte Fintech.
Cosa possono fare le banche oggi? “It is therefore hard to predict what will be the ultimate effect on the supply structure of financial services and banks’ profitability. I believe, however, that there are already two clear implications. First, banks will have to invest heavily in technology to compete with one another and with new entrants: this is necessary for their very survival. Second, the structure of the financial systems will change radically in the next ten years with the entry of new non-bank operators. Banks need to use technology more efficiently than in the past, when it was used to duplicate traditional activities. They must use remote digital services to replace, rather than flank, the traditional distribution channels, although bank branches will not disappear entirely, because I can’t see many customers getting a mortgage online.” Le sottolineature del testo sono nostre, ma ciò che è stato evidenziato dal dott. Panetta - l’uso della tecnologia e gli investimenti in essa - sono certamente due driver di grande importanza per il cambiamento del sistema finanziario.
Rimane da comprendere se alcuni gruppi bancari possiedono già, al loro interno, una solida ed estesa cultura digitale, sempre più indispensabile per fare davvero innovazione, e se esse sapranno impiegare in tale direzione anche il capitale umano di cui esse già dispongono al fine di valorizzare al meglio le tecnologie e l’insieme dei dati e delle informazioni sulla loro clientela che, oggi, è probabilmente disperso in ogni angolo del mondo.