Addio alle fusioni tra banche
I banchieri più bravi ed avveduti se ne sono accorti già da molto tempo (in particolare, quelli che si occupano di far produrre utili alle loro banche e che si dichiarano non interessati a nuove fusioni), mentre altri (quelli che gli utili non possono produrli perchè hanno dovuto vendere i gioielli di famiglia per far fronte a montagne di NPL) insistono ancora sulla necessità di ulteriori fusioni per conseguire soglie dimensionali tali da far conseguire economie di scala e di scopo, la cui esistenza, nel settore finanziario, è da sempre messa in discussione da molti autorevoli studiosi.
In un mondo ipertecnologico quale il nostro il ruolo delle fusioni è destinato a ridursi ulteriormente, come evidenziano Volker Brühl e Jan Pieter Krahnen in un interessante articolo intitolato "An open banking platform for Germany - a future-oriented alternative to a merger of Deutsche Bank / Commerzbank", che potete scaricare, direttamente dal sito del SAFE, cliccando qui.
Come evidenziato nel titolo gli autori propongono un'alternativa tutta tecnologica a quella che sarebbe potuta essere la più importante fusione europea, quella fra Deutsche Bank e Commerzbank.
Mi pare che l'articolo sia illuminante per le seguenti, principali ragioni:
- si colloca pienamente nell'ambito delle iniziative FinTech che le banche possono autonomamente sviluppare al fine di contrastare la potenza emergente, anche in ambito finanziario, delle BigTech;
- suggerisce alcune ipotesi di gestione utili non solo per lo sviluppo degli impieghi e della raccolta delle banche aderenti, ma anche per la creascita di ogni iniziativa critica per il settore finanziario;
- offre una via alternativa, decisamente interessante, alla risoluzione delle banche in crisi;
- lascia intuire quali potrebbero essere i vantaggi dei servizi offerti dalle banche tradizionali rispetto a quelli offerti dalle BigTech, vantaggi legati prevalentemente all'organizzazione del modello di business di ciascuna banca aderente ed alla qualità delle risorse umane.
Transaction banking centralizzato, relationship banking locale con una piattaforma-blockchain light centrale per tutti i prodotti e servizi bancari e finanziari della zona euro. Non è una cattiva idea, in sostanza è ciò a cui stanno pensando, e che già stanno facendo, le BigTech!
Di fronte a questo scenario appare evidente come siano poco avveduti i banchieri che promuovono ancora la crescita dimensionale delle loro banche, incapaci di percepire qualcosa di diverso dalla dimensione della rete distributiva e dal rank nazionale in termini di attivo e truppe cammellate.
E' invece bene investire tempo (e denaro) con quei banchieri che hanno ben compreso le immense possibilità che i dipendenti dello loro banca (pochi o tanti che siano) hanno di fare bene il loro lavoro utilizzando nuovi modelli di relazione con il cliente, e questo grazie alla tecnologie disponibili che, come noto, valorizzano enormemente il contributo della relazione umana di qualità.