Alla ricerca del P/BV smarrito
Perché per una banca è fondamentale possedere un rapporto tra prezzo di mercato e valore di libro dell’azione superiore all’unità? Dato che il patrimonio netto è la differenza algebrica fra valore della attività e quello delle passività, un P/BV superiore all’unità esprime un positivo grado di fiducia riposto dagli azionisti della banca nelle capacità che il management ha – e, più in generale, che le risorse materiali ed immateriali di cui la banca è dotata hanno – di creare valore a partire da un determinato insieme di attività e passività.
Il P/BV è quindi un indicatore della salute relativa di una banca e può attestare, o meno, la capacità che la banca ha di fornire supporto alle economie nelle quali essa opera. Se una banca non è capace di valorizzare le attività di cui dispone, o di conseguire vantaggi competitivi rilevanti sulle passività che ha emesso, il P/BV scende al di sotto dell’unità, e tanto maggiore è la differenza fra valore di mercato e valore di libro del patrimonio netto, tanto maggiore è la riduzione del valore di bilancio delle attività e/o l’aumento del valore delle passività che deve essere computato. Prendete, ad esempio, il valore di mercato delle banche nelle quali siete azionisti, confrontatelo con quello del patrimonio netto e fate la differenza: se essa è di segno negativo, come capita spesso, deducetela dalle attività e/o spalmatela sulle passività ed avrete ottenuto un indice assoluto di quanta distruzione di valore viene attribuita dal mercato al management.
Ciò che conta in questo semplice ragionamento, che è stato desunto da un interessante lavoro di Bilyana Bogdanova, Ingo Fender and Előd Takáts - comparso sulla BIS Quarterly Review del marzo 2018, intitolato “The ABCs of bank PBRs: What drives bank price-to-book ratios?” ed al quale potete accedere, direttamente dal sito della BIS, cliccando qui – è che la differenza non è solamente nei numeri riportati nei bilanci, ma anche e soprattutto nella qualità della gestione che gli stessi esprimono. Ogni singolo euro di credito è frutto di una relazione, così come lo è ogni euro di deposito. È la qualità di questa relazione che conta, minuto dopo minuto, e non il resto. L’eccellenza non dipende solo dalle dotazioni materiali e da quelle tecnologiche. Sono le componenti immateriali che contano, ben più dello scenario tassi, di quello economico, delle dimensioni della banca o della pressione competitiva. Il mercato lo ha percepito e compreso benissimo. Molti dei nostri banchieri, dopo oltre 10 anni dall’avvio della Grande Crisi Finanziaria, ancora no.