L'importanza dell'attitudine dei banchieri
Nell’industria finanziaria, che deve produrre profitti come ogni altro settore industriale, l’attitudine di coloro che la dirigono è la pietra angolare di qualsiasi capacità imprenditoriale.
Come ha rilevato Danièle Nouy, Presidente del Supervisory Board della BCE, nel suo intervento tenutosi questa mattina alla Communicators Conference a Francoforte - ed al quale potete accedere, direttamente dal sito della BCE, cliccando qui - “Now, bankers need the right skills to do their job, of course. But banking is also a question of attitude. The core role of banks should be to reliably serve the economy, in other words, to serve all of us. Subscribing to this idea is the first step towards a sound culture that fosters more ethical behaviour.” (grassetto mio, ndr).
Tutto il resto – focalizzazione su Ebitda e Roe, evoluzione della cultura aziendale, modelli di governance robusti, qualità dei risultati del fit and proper assessment, equità ed efficacia delle politiche di remunerazione, incremento del livello di fiducia da parte degli investitori, dei clienti e delle autorità di vigilanza, sviluppo del management, modalità di assunzione e gestione dei rischi – viene dopo, anche a grande distanza ed, a volte, con ritardi di anni rispetto al livello qualitativo ed emozionale raggiunto dall’attitudine di coloro che dirigono un intermediario finanziario. E questo, naturalmente, sia nel bene che nel male, come attestano i molti scandali e le operazioni inique che hanno devastato il settore.
Del tutto sfortunatamente fare il banchiere non è un mestiere adatto a tutti o, au contraire, fortunatamente non tutti colgono in esso il destro e l’opportunità per fare il proprio interesse. E' questione di attitudine .....