Basilea 3: opportunità n. 10
Questo primo esame delle opportunità che Basilea III dischiude alle banche non può concludersi senza alcune considerazioni macro. La stabilità di una banca contribuisce alla stabilità sistemica e questa ultima rende un grande servizio sia alle economie, che possono proseguire nel sentiero di sviluppo intrapreso, che agli stati, il cui debito deve essere collocato senza troppe interferenze di mercato. La resilienza del sistema bancario, quindi, assume una valenza non solo per gli azionisti, ma anche per l'intero ecosistema sociale. Probabilmente l'ugenza di rafforzare resilienza e correttezza dei comportamenti dovrebbe interessare anche altri settori (ad esempio la sanità, o le infrastrutture ...) ma questo è un altro tema. Rimane anche aperta la questione di quali incentivi, o quali compensazioni non di mercato, dovrebbero essere riconosciuti al settore finanziario a fronte dei vincoli cui esso soggiace, se non vogliamo che i mercati continuino a punire le banche, i clienti a pagare troppo o che in breve tempo nuovi intermediari, operanti da paesi lontani, inizino a dettare legge. Ciò premesso, Basilea III rappresenta comunque una ulteriore opportunità per una banca che desideri non indebolire i propri bilanci tramite un pricing non corretto del rischio, una eccessiva leva finanziaria, gli effetti di processi di valutazione del rischio di credito non accurati ed una eccessiva attrazione di titoli con rendimento drogato dalla abbondante liquidità del mercato. Dal punto di vista organizzativo, e quindi su un piano più alto rispetto ai numeri di bilancio, Basilea III potrà contribuire a rafforzare buone pratiche di governance delle banche, ad elevare la trasparenza sui rischi assunti, a sensibilizzare gli attori di mercato circa l'importanza di una visione sistemica, e non solo aziendale, dei rischi, a ridurre la prociclicità sui mercati ed a comprimere i moral hazard delle istituzioni di maggiori dimensioni. I costi di Basilea III saranno elevati ed i rischi di una eccessiva interferenza delle autorità di vigilanza e del potere politico nella gestione delle banche non sono banali, con impatti sulle economie che potrebbero essere più deleteri rispetto a quanto abbiamo vissuto in passato. Perchè non cercare, invece, di indirizzare questi costi come un investimento aggregato - da parte di azionisti, manager, autorità di vigilanza, imprese e singoli stati - finalizzato a disegnare politiche economiche nuove e ad incentivare una mutua creazione di valore tra banche ed imprese? Questa si che sarebbe vera resilienza.