5 scenari per le relazioni tra banche e fintech
Quali scenari per le fintech?
Nel rapporto “Sound practices: implications of fintech developments for banks and bank supervisors” recentemente pubblicato dal Comitato di Basilea vengono proposti, tra l’altro, cinque differenti scenari per simulare l’impatto potenziale che l’evoluzione dei prodotti e servizi fintech avranno sull’industria bancaria (cfr. pagg 34 e segg. del rapporto).
Questi cinque scenari non sono da considerarsi mutuamente escludentisi e debbono essere valutati anche alla luce delle dimensioni e degli ambiti territoriali di operatività dei singoli sistemi bancari.
Cominciando dal meno favorevole, i cinque scenari attesi possono essere così riassunti:
1. Disintermediated bank: le banche tradizionali svolgeranno un ruolo marginale in un sistema finanziario contraddistinto da piattaforme e tecnologie molto agili, che faciliteranno l’incontro diretto tra domanda ed offerta di servizi bancari e finanziari di qualsiasi tipo. Esempi di questo scenario sono le piattaforme peer-to-peer e le criptovalute. È lo scenario per il "banchiere contabile";
2. New bank: le banche tradizionali proseguono nell’aumento della loro complessità tecnologica ed organizzativa, continuano a crescere dimensionalmente anche con fusioni, ma perdono mercato a favore di nuove banche interamente tecnologiche, che offrono tutti i servizi bancari e finanziari ai segmenti più profittevoli della clientela (professionisti, imprenditori, PMI). È lo scenario del "banchiere che ama la dimensione", che fa crescere a dismisura la propria banca tradizionale come se fosse un tacchino, dimenticandosi che esiste il Thanksgiving Day. Per certi versi, è uno scenario più drammatico e triste di quello precedente;
3. Relegated bank: la relazione con il cliente è tenuta da fintech e bigtech, ma le banche sopravvivono come fornitrici di servizi tradizionali e back office grazie al possesso della licenza bancaria ed alla capacità di assumersi ancora taluni rischi. È il destino che potrebbe attendere le banche che investono solamente in big data, cloud computing ed intelligenza artificiale. Esempi di questo scenario sono le nuove piattaforme di pagamento, le piattaforme per il credito online, i robo-advisors e taluni social media, che opereranno tramite il sistema bancario. È lo scenario per il "banchiere di facciata";
4. Distributed bank: in questo scenario la relazione con il cliente è condivisa tra banche e fintech. Vengono siglate joint-ventures, partnership e accordi di alleanza strategica, ma i servizi offerti alla clientela sono modulari e ciascuno fa la sua parte. La banca vende i servizi offerti dalle fintech come qualsiasi servizio offerto da terze parti. È lo scenario per il "banchiere intermedio", che sopravvive in attesa di venir inevitabilmente retrocesso a "banchiere di facciata";
5. Better bank: è lo scenario al quale aspirano le autorità di vigilanza e nel quale le banche tradizionali digitalizzano ogni loro processo, utilizzano le nuove tecnologie per far evolvere il proprio modello di business, sfruttando al meglio l’ampia conoscenza dei mercati e della clientela che già possiedono. Possono accedere a questo scenario solamente le banche che dispongono, tra l’altro, di una rilevante capacità di investimento (che, come noto, è inversamente correlata agli investimenti già fatti in NPL) necessaria per predisporre infrastrutture tecnologiche interamente diverse e sfruttare tutte le nuove tecnologie emergenti. È lo scenario del "banchiere digital", che sa fare bene il proprio lavoro, si diverte a farlo ed a farlo fare agli altri.