Come fare programmazione economico-finanziaria in tempi di Covid?
La crisi pandemica ha reso molto più difficile fare previsioni economico-finanziarie, e questo sia per le imprese che per le banche ed i mercati che le finanziano, determinando verosimilmente gap molto più ampi tra gli scenari best-case e worst-case presentati dalle imprese agli investitori.
In primo luogo, gli scenari worst-case dovrebbero prendere in seria considerazione la possibilità che siano introdotti altri lockdown, selettivi ma estesi per altri due o tre anni, determinando l’adozione di strategie di mitigazione dei rischi, da parte delle imprese, improntati alla scelta delle linee di business connotate comunque da più elevata marginalità. Secondariamente, gli scenari best-case dovrebbero consentire alle banche ed ai mercati di poter apprezzare il massimo potenziale di creazione di valore implicito in un’impresa, senza se e senza ma, fondato su uno scenario di ripresa globale che, tutti auspichiamo, sia il più solido e continuo possibile.
Come comportarsi, allora, per valutare il merito di credito di una impresa?
Un approccio prudenziale consiglierebbe di valutare, in primis, la solidità e la credibilità dello scenario worst-case (anche se auspicabilmente il meno probabile in termini di concretizzazione) e di considerare come la progressiva, anche se parziale, realizzazione degli obiettivi contenuti nello scenario best-case consenta di rafforzare, sotto il profilo finanziario e patrimoniale, quanto previsto dallo scenario worst-case. Data l’incertezza determinata dalla pandemia, questo continuo ping-pong tra scenari - questa loro valutazione “a partire dal basso” ma con un occhio di riguardo per il potenziale di accelerazione (ed accumulazione) di creazione di valore posseduto dall’impresa - è forse l’unica strada utile per assicurare una valutazione accurata del supporto finanziario da fornire alle imprese.
È certamente un esercizio più difficoltoso rispetto al passato, richiede interlocuzioni fra banche ed imprese (e con i professionisti che li assistono) improntate alla massima trasparenza, alla più chiara condivisione dei processi di creazione di valore posti a base della performance e ad una esplicita adesione ai canoni di comunicazione finanziaria tra imprese e banche finanziatrici, secondo quanto previsto dagli “Orientamenti in materia di concessione e monitoraggio dei prestiti” dell’EBA (ABE/GL/2020/06) entrati da poco in vigore. Ma è verosimilmente l’unica via per conseguire una più approfondita conoscenza delle possibilità di sopravvivenza, e soprattutto di sviluppo, dell’impresa. Inoltre, lo sviluppo di questa abilità cognitiva, il sapersi muovere tra scenari lontani ma sovrapponibili ed intersecabili in ogni momento, può essere uno strumento utile per pensare ed offrire un più ampio ventaglio di supporti alle imprese affidate (quali, ad esempio, servizi di consulenza tipici delle banche di investimento, anche se disegnati in formato leggero).
L’incertezza, come la complessità, aumenta i gradi di libertà, non li riduce.