Come migliorare gli standard creditizi? How to improve credit standards?
Il Bollettino Economico n. 8/2019 della BCE - pubblicato lo scorso 27 dicembre e scaricabile, direttamente dal sito della Banca d’Italia, cliccando qui - riporta, tra l’altro, un’analisi di lungo periodo (dal 2003 al 2019) dei fattori posti a base dell’offerta di credito bancario in Europa, così come desumibile dalle Survey trimestrali condotte dalla BCE e dalle singole banche centrali nazionali. È un articolo sul quale invito a meditare a lungo, ove si desiderino aumentare il potere di mercato e le capacità competitive della propria banca.
L’analisi, intitolata “Condizioni di offerta del credito bancario per le imprese dell’area dell’euro” (e riportata a pag. 77 e segg. del Bollettino), è dedicata all’esame dell’evoluzione di due grandi classi di fattori: i criteri per la concessione del credito alle imprese (cd. credit standards) ed i termini e le condizioni di credito per i prestiti alle imprese dell’area dell’euro (cd. credit term and conditions). Le definizioni ufficiali date dalla BCE a questi due insiemi di variabili sono le seguenti:
- Gli standard di credito sono le linee guida interne o i criteri di approvazione dei prestiti di una banca. Essi sono applicati prima dell'inizio delle trattative sui termini e sulle condizioni di un prestito e prima che la domanda di prestito venga approvata o respinta.
- Le condizioni ed i termini del credito si riferiscono ai termini e alle condizioni del prestito stabiliti nel contratto di prestito tra la banca (il prestatore) e il mutuatario. Essi comprendono, ad esempio, il margine del prestito, le garanzie richieste e la scadenza del prestito.
Imprese e professionisti, come noto, dedicano una quantità di tempo assai rilevante alla negoziazione del secondo insieme di variabili, mentre invece è dal primo insieme di esse che discendono le effettive possibilità di conseguire un finanziamento. Si noti che i credit standards sono un insieme di fattori (modelli, procedure, cultura) che sono interni alle banche, presenti ben prima dello sviluppo di una qualsiasi relazione con le imprese e sui quali queste ultime possono incidere, eccetto le debite eccezioni, in misura molto limitata.
Cosa viene rilevato, dagli autori dell'articolo citato, sul tema dei credit standard? Tra le molte osservazioni interessanti una buona sintesi appare essere la seguente: “Il generale allentamento dei criteri per la concessione di prestiti alle imprese da parte delle banche a partire dal 2014 appare modesto rispetto al precedente inasprimento. Analizzando tutte le variazioni percentuali nette, nel corso degli ultimi cinque anni l’allentamento netto cumulato dei criteri di concessione del credito appare moderato rispetto all’inasprimento netto dei criteri di approvazione dei prestiti alle SNF (società non finanziarie, ndr) nell’area dell’euro nel corso della crisi finanziaria, nonostante il prolungato periodo di allentamento monetario.” Alcune ragioni spiegano tali comportamenti da parte delle banche, ma quello che conta è chiedersi se, a distanza di oltre dieci anni dall'avvio della Grande Crisi Finanziaria, non sia giunto finalmente il momento di sviluppare una più accurata valutazione del merito creditizio delle imprese, ed una correlata riduzione della “stringenza” degli standard creditizi, salvaguardando, al contempo, la rischiosità del credito concesso.
Come fare? Il primo passo è un'efficace ed intelligente implementazione delle EBA "Guidelines on loan origination and monitoring" (che potete scaricare cliccando qui nella versione sottoposta alla consultazione). Ma riusciranno le nostre banche ad interpretare i nuovi obblighi in esse statuiti non in senso restrittivo ma, al contrario, come una rete di sicurezza informativa che consente di allentare progressivamente gli standard creditizi? Le banche sapranno sfruttare efficacemente il rilevante potenziale informativo che sarà da esse acquisito? E per quanto non (ancora) statuito nelle citate Guidelines, le banche sapranno far evolvere la valutazione del merito creditizio delle imprese sino a toccarne la determinazione del loro valore?
Parimenti, le imprese - e soprattutto i professionisti che le assistono - sapranno tradurre le citate Guidelines in modelli di presentazione delle prospettive aziendali adeguate per ridurre i fattori che generano una scarsa flessibilità negli standard creditizi?
(English version)
The ECB's Economic Bulletin 8/2019 - published on December 27th and downloadable directly from the Bank of Italy website by clicking here - reports, among other things, a long-term analysis (from 2003 to 2019) of the factors placed on the basis of the bank’s credit supply in Europe taken from the Quarterly Surveys conducted by the ECB and National Central Authorities. It is an article on which I invite you to reflect if you want to increase the market power and competitive skills of your bank.
The analysis, entitled "Conditions of supply of bank credit for euro area companies" (reported on page 77 and following of the Bulletin), is devoted to examining the evolution of two major classes of factors: the criteria for the granting of credit to businesses (so-called "credit standards") and the terms and conditions of credit for loans to businesses in the euro area (so-called "credit term and conditions"). The official definitions given by the ECB to these two sets of variables are as follows:
- Credit standards are the internal guidelines or loan approval criteria of a bank. They are applied before negotiations on the terms and conditions of a loan begin and the loan application is approved or rejected.
- Credit terms and conditions refer to the terms and conditions of the loan as laid down in the loan contract between the bank (the lender) and the borrower. They include, for instance, the loan margin, the collateral required and the maturity of the loan.
Companies and professionals, as is well known, devote a very significant amount of time in the negotiation of the second set of variables, whereas on the other hand, it is from the first group of them that the actual possibilities of granting financing arise. Note that credit standards are a set of factors (models, procedures, culture) that are internal to banks, present well before the development of any relationship with companies and on which people may affect, except for the appropriate exceptions, to a very limited extent.
What is detected in the article on the topic of standard credits? Among the many interesting observations, a good summary is the following: " The overall moderate net easing suggests that credit standards are currently tighter than they were before the crisis. Corroborating evidence is also provided by the BLS ad hoc question on the level of credit standards, which complements the quarterly question on changes in credit standards on an annual basis. According to the banks’ responses, the level of banks’ credit standards for euro area NFC loans in the first quarter of 2019 was still tighter than the historical range of credit standards since 2003. Several reasons may be behind the limited net easing of banks’ loan approval criteria." Some reasons explain this bank’s behaviour, but what is important is to ask whether, more than ten years after the Great Financial Crisis, the time has not finally come to develop a more accurate assessment of the creditworthiness of companies and a reduction in the " tightening " of credit standards while safeguarding the riskiness of the credit granted.
How to do it? The first step is an effective and intelligent implementation of the EBA "Guidelines on loan origination and monitoring" (which you can download by clicking here in the version submitted to the consultation). But will our banks be able to interpret the new standards not in a restrictive way but, on the contrary, as a safety knowledge net that allows credit standards to be progressively loosened? Will banks be open to efficiently leverage most of their significant information potential? And, also if not (yet) established in the guidelines above mentioned, will banks be able to evolve the assessment of the creditworthiness of companies to the point of touching and determining their value?
Equally, will companies - and especially professionals who assist them - be able to translate these Guidelines into models for presenting to the bank their real perspectives to reduce those factors that generate little flexibility in credit standards?