Come sarebbe se .....
Il dott. Salvatore Rossi, Direttore Generale della Banca d'Italia e Presidente dell'IVASS, è recentemente intervenuto alla 50ª Giornata del Credito organizzata dall’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito. Nel suo intervento, al quale potete accedere direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui, ha toccato i tre temi centrali del Convegno: lo sviluppo economico, le competenze e la competitività dell’Italia in rapporto a quelle degli altri principali competitors, gli aspetti finanziari connessi all’evoluzione del nostro sistema produttivo. Consiglio vivamente la lettura di questa breve prolusione (davvero troppo breve per l’ampia architettura delle scelte che esplora e propone) e provo a immaginare come potrebbe essere riconfigurata una banca italiana (se il tema vi interessa, riprendete in mano “Reframing Business” del compianto Richard Normann, un grande testo su come riconfigurare ogni tipologia di business) per far fronte ai punti di forza e di debolezza del contesto nel quale essa opera.
In buona sintesi, quali potrebbero essere i “nuovi” ambiti di lavoro per le banche italiane? Per parafrasare un grande amico psicoterapeuta, come sarebbe se …. una banca (anche una sola!) riuscisse ad innovare le modalità di concessione e di gestione del credito finalizzato a dare supporto alla formazione, all’innovazione ed allo sviluppo tecnologico delle imprese, se riuscisse a promuovere e dare supporto finanziario, tecnologico e giuridico a progetti di aggregazione tra imprese di piccole e medie dimensioni, se riuscisse ad offrire percorsi integrati di supporto finalizzati a risolvere ogni problema di assetti proprietari e di governance delle PMI, se si adoperasse per far evolvere la struttura finanziaria delle imprese finalizzando tale supporto alla riduzione del rischio di insolvenza e del costo medio del capitale, se riuscisse a coprodurre valore - assieme a investitori istituzionali ed investitori professionali - a favore della creazione di valore delle imprese affidate, se riuscisse a dare un costante supporto al miglioramento dei rating interni (e non) delle proprie imprese, se promuovesse (e gestisse) una grande value constellation di attori ed investitori che sappiano dare supporto alla risoluzione delle problematiche dell’imprenditore (o di gruppi di imprenditori), se adottasse un approccio alla gestione dei NPL fondato su metodi di valutazione contingent claim ed attivasse ogni azione utile per aumentare il valore delle opzioni ad essi connesse e se, infine, fornisse ogni supporto utile per valutare la convenienza e la modalità di quotazione di una PMI? Come sarebbe, in buona sostanza, se le nostre banche riprendessero a fare cultura bancaria e finanziaria? Come sarebbe, infine, se le banche sapessero riconfigurare il proprio modello di business con nuovi modelli organizzativi, capitale umano rinnovato e tecnologie che permettano di disegnare e gestire nuovi servizi alle PMI con tutto l’entusiasmo necessario a svolgere la delicata professione di banchiere?
Il dott. Rossi conclude con queste parole (grassetti nostri): “Per concludere, rilanciare lo sviluppo economico nel nostro paese, dopo oltre vent’anni di ristagno o di avanzamento troppo lento, è la priorità assoluta dell’intera società. Se la nazione non accumula più ricchezza alla fine declina, nonostante i talenti e le capacità che il mondo ci riconosce. Lo sviluppo deve essere armonico e sostenibile nel tempo, ma non può non esserci. Gli stessi equilibri finanziari del Paese possono essere ritrovati soltanto grazie a un maggiore sviluppo. Ma rilanciare lo sviluppo non è facile, occorre modificare in profondità tratti caratteriali e scelte politiche della nostra comunità nazionale che affondano le radici nel passato anche remoto. In questa Giornata ne esaminiamo alcuni, centrali: il sistema d’istruzione, la capacità competitiva, il sistema finanziario. Non dobbiamo stancarci di dibattere questi temi, non dobbiamo avere diffidenze o paure per le parole. Se le parole sono giuste e convincenti, i fatti seguiranno.”
È un problema di cultura e di leadership, tutto il resto esiste già in abbondanza….