Cultura, politica ed economia
La religione è davvero l’oppio dei popoli, come sosteneva Karl Marx, oppure è un fattore capace di fornire un autonomo impulso allo sviluppo dell’economia e della politica, come sosteneva Max Weber? Una domanda posta in questi termini certamente semplifica ciò che la storia e l’antropologia hanno da insegnarci, ma è interessante rilevare che due economisti della Banca Centrale Europea – Christoph Basten e Frank Betz – hanno recentemente pubblicato un paper – denominato “Marx vs. Weber – Does Religion Affect Politics and the Economy” – che offre interessanti spunti di riflessione. Immaginiamo la Svizzera del XVI° secolo, ripensiamo a Zwingli ed a Calvino, e quindi al protestantesimo riformato e non al luteranesimo, concentriamoci sui cantoni Vaud e Friburgo e cerchiamo di comprendere come la cultura ha influenzato, nel corso dei secoli, la conformazione che in questi cantoni hanno assunto l’etica del lavoro, la frugalità, le preferenze politiche e il livello del reddito. “Our empirical results suggest that ceteris paribus in a Reformed Protestant electorate support for increasing leisure time will be about 13 percentage points lower than in a Catholic electorate, and that support for government intervention will be about 11 percentage points lower. These results are robust to varying our methodology along all relevant dimensions. Support for redistribution is also lower in Protestant municipalities, but the significance of the results depends on the specification. We do not find an equally robust effect on average income, but we do find the Protestant municipalities to exhibit clearly higher income inequality.” Potete scaricare il paper direttamente dal sito della BCE cliccando qui.