Fair Value
Il dott. Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d'Italia, è intervenuto al convegno di studi "Crisi dei mercati finanziari e implicazioni, anche fiscali, sui bilanci delle imprese" tenutosi lo scorso 3 dicembre presso l'OIC. Segnaliamo a coloro che si occupano di banche ed intermediari finanziari questo pregevole intervento, che è possibile scaricare direttamente dal sito della Banca d'Italia cliccando qui. Tra le molte affermazioni condivisibili riportate nell'intervento ci preme sottolineare questa: "Molte delle critiche che abbiamo ascoltato al principio del FV riflettono le difficoltà di stima sperimentate nell’attuale contesto. Tali difficoltà riguardano una situazione eccezionale, caratterizzata dalla enorme diffusione di prodotti finanziari particolarmente complessi e dall’improvviso inaridimento di numerosi mercati. Ma queste difficoltà applicative contingenti del FV non possono essere invocate per giustificare l’abbandono del principio del FV o il suo drastico ridimensionamento." A partire dal tale assunto, che condividiamo in pieno, una prospettiva di medio termine lascia intravvedere importanti modificazioni nelle pratiche di gestione delle banche:
- il principio del FV consente ai mercati di comprendere in tempi rapidi la qualità degli attivi e quella dei CEO delle banche;
- l'adozione del principio del FV, nella massima estensione ipotizzata dallo IASB, richiede nuovi modelli di costruzione degli attivi e delle passività bancari, molto più dinamici ed assistiti da una profonda conoscenza dei mercati, peraltro funzionale anche a migliori pratiche di risk management. Il FV dovrebbe essere considerato un principio da utilizzare intelligentemente ex-ante - disponiamo di adeguati modelli di valutazione del singolo asset? quali sono lo spessore e le dinamiche dei mercati di riferimento? disponiamo di processi di controllo del valore del singolo asset su base continua? - piuttosto che un principio contabile da utilizzare in sede di chiusura periodica dei conti;
- la prociclicità indotta dall'adozione del principio del FV potrà essere mitigata dalla presenza di filtri prudenziali, o da meccanismi che consentano di "spalmare" nel tempo profitti e perdite connesse alle valutazioni di fine periodo, ma è verosimile attendersi comunque una maggiore volatilità strutturale delle quotazioni dei titoli azionari ed obbligazionari emessi da banche ed intermediari finanziari. Tale maggiore volatilità sarebbe peraltro funzionale all'ampliamento della valenza segnaletica della cd. disciplina di mercato e, conseguentemente, della solidità del Terzo Pilastro di Basilea 2;
- le recenti problematiche di mercato hanno dimostrato come le modalità di gestione delle relazioni con gli investitori e, più in generale, gli stili di comunicazione al mercato adottati dalle banche siano ormai obsoleti ed inadatti ad un mondo post-Basilea2 e post-FV.