I prezzi di cessione delle sofferenze
La Banca d'Italia ha pubblicato alcune interessanti riflessioni circa i tassi di recupero delle sofferenze ed i prezzi di cessione delle medesime che potete trovare nel numero 13 delle "Note di stabilità finanziaria e di vigilanza", alle quali potete accedere, direttamente dal sito della Banca d'Italia, cliccando qui.
Il prezzo di cessione delle sofferenze registrato nel 2017 è stato mediamente pari al 26,2% per le sofferenze assistite da garanzie reali e al 9,9% per le altre. In media, il 16,5% su 33,1 miliardi di euro.
La distruzione di ricchezza e la pregressa miopia gestionale implicite in questi dati di sintesi appare evidente. Vi è quindi da chiedersi:
- come mai alcune banche italiane sono state incapaci di attrezzarsi per tempo nella gestione attiva e preventiva dei NPL, lasciando comunque invecchiare taluni crediti malati, come se il tempo potesse risolvere i problemi? Non è solo una questione di procedure concorsuali ....
- come mai alcune banche hanno addirittura deciso di sobbarcarsi le sofferenze altrui a prezzo pieno?
- per quali motivazioni è stato reputato conveniente cedere le sofferenze non garantite al 9,9% del loro valore facciale, un valore forse pari ai costi di organizzazione dell'operazione di cessione?
- quale valore informativo avevano le perizie immobiliari poste a base delle decisioni di affidamento delle posizioni assistite da garanzie reali, poi cedute al 26,2% del loro valore nominale (determinando, implicitamente, un valore della garanzia reale pari a poco più del 16% del valore facciale, posto che le posizioni unsecured sono state comunque cedute, come già rilevato, al 10%)?
La prossima entrata in vigore della riforma della crisi di impresa potrà certamente aiutare le banche a ridurre gli impatti futuri del rischio di credito, ma la lezione che dovrebbe essere appresa e che la gestione dei rischi richiede tempi strettissimi ed una modifica rapida dei modelli di business delle banche. Brexit, rischi sovrani, rischi di mercato e rischi geopolitici sono già qui e stanno assumendo una configurazione nuova e difficilmente immaginabile. Le banche italiane sono pronte?