I prossimi cinque anni ...
Una lettura accurata del discorso che il dott. Ignazio Angeloni, membro del Supervisory Board della Banca Centrale Europea, ha tenuto lo scorso 2 maggio a Londra - intitolato “ECB supervision at five: re-charting the route” ed al quale potete accedere direttamente dal sito della BCE cliccando qui - suggerisce alcune riflessioni utili per la conduzione futura degli intermediari finanziari e bancari.
Le principali tra esse, a nostro modo di vedere, possono essere così riassunte:
- Brexit richiederà un approccio nuovo alla prestazione dei servizi finanziari in Europa. È un tema da seguire con molta attenzione anche da parte di coloro che desiderano cogliere ogni opportunità per sviluppare le proprie attività su scala globale, dato il maggior livello di omogeneità dei mercati bancari europei connessi all’azione svolta dal SSM in questi anni, dato che Brexit sarà un importante game changer per tutti coloro che operano nel mondo della finanza;
- la “credibilità” di un intermediario bancario è certamente funzione diretta del livello di capitalizzazione da esso conseguito, della progressione di tale livello nel corso tempo e del connesso livello di remunerazione del capitale. Ma il rapporto con il SSM - grazie alle metodologie da esso sviluppate ed allo stile di vigilanza adottato - è altrettanto, se non addirittura più, importante e deve essere accuratamente valorizzato in ogni sede;
- esiste un limite alla quantità di NPL che un bilancio bancario può sopportare e devono essere previsti dei rigidi meccanismi di stop-loss connessi all’accumulo dei NPL. Le banche debbono saper gestire NPL con molta più immediatezza e determinazione rispetto a quanto osservato nel recente passato: è quindi bene dimenticare i facili standard di concessione del credito operanti nei primi anni della Grande Crisi Finanziaria, la superficialità con la quale molti banchieri hanno trascurato il problema dei NPL e l'incapacità di gestirli che essi hanno dimostrato;
- la qualità del management e dei componenti degli organi con funzione di gestione, di supervisione strategica e di controllo è assolutamente centrale. Sarà quindi sempre più difficile fare banca o intermediazione finanziaria con professionalità incapaci di sostenere un confronto, diretto e continuo, con quanto richiesto dalle autorità di vigilanza;
- in futuro l’attività di supervisione portata avanti dal SSM risulterà probabilmente più trasparente (anche nei confronti del mercato), maggiormente personalizzata in funzione delle specifiche condizioni dei singoli intermediari e dei mercati (il che significa anche più estesa su temi quali la governance, i controlli interni e la fitness e propriety dei manager e degli amministratori) e indipendente grazie alla presenza di team ispettivi composti da supervisori provenienti da Paesi diversi;
- i rischi di mercato, e tutto quanto ad essi risulta direttamente o indirettamente connesso, rappresentano il futuro dell’azione del SSM e la frontiera dei CFO e dei risk managers, forse assuefatti dalle condizioni monetarie espansive adottate dalla BCE nel corso degli anni recenti;
- il quadro degli interventi macroprudenziali, solo parte dei quali sono direttamente sottoposti a decisioni della BCE, dovrà essere reso più coerente ed integrato con gli effetti degli interventi microprudenziali direttamente adottati dal SSM;
- il “rischio di condotta” ed il quadro di regole connesso alle crisi bancarie saranno oggetto di ulteriori analisi al fine di rendere più tempestivi gli interventi della Vigilanza e meno complesse e contraddittorie le procedure che interessano le banche in crisi.
In conclusione, se questi primi cinque anni di SSM hanno mutato profondamente le modalità di gestione della supervisione bancaria in Italia ed in Europa, nei prossimi cinque sono attesi mutamenti forse ancora più profondi e diffusi. Così come era prevedibile attendersi ciò che è successo dal semplice esame dei primi documenti rilasciati dal SSM (SREP in primis), il non prestare oggi attenzione ai segnali evidenziati (anche) dal dott. Angeloni potrebbe determinare ulteriori, e forse più gravi, difficoltà operative ai managers ed ai componenti dei board delle banche europee nel corso degli anni a venire.