Il grado di concentrazione del mercato bancario italiano
Sotto il profilo del grado di concentrazione dei mercati bancari, ha senso ipotizzare altre operazioni di crescita dimensionale delle banche italiane per linee esterne? I dati riportati negli EU structural financial indicators, già linkati nel precedente post, riportano, tra l’altro, sia la quota di mercato degli attivi bancari delle prime cinque istituzioni bancarie (calcolati su base individuale), sia il valore dell’indice di Herfindahl (determinato, invece, su base consolidata).
Al termine del 2017 le prime cinque banche italiane (su base individuale) detenevano una quota di mercato pari al 43,3%, valore sostanzialmente analogo a quello delle prime cinque banche francesi (45,4%), inferiore a quello delle prime cinque spagnole (63,7%!) ma decisamente superiore rispetto a quello delle prime cinque tedesche (29,7%). Considerando che non sono valori consolidati, non è difficile immaginare che i primi 5 gruppi bancari italiani detengano quote di mercato anche molto superiori a quelle determinate con la metodologia richiesta dall’Unione Europea.
È forse utile rilevare che dal 2008, anno di avvio della Grande Crisi Finanziaria, al 2017 la quota di mercato detenuta dalle prime 5 banche italiane è aumentato di 12,2 punti percentuali (+39,3%), valore superato solo dalle prime 5 banche spagnole (+21,3 p.p., + 50,2%), mentre le prime 5 banche tedesche hanno aumentato la loro quota di mercato di quasi 7 p.p. (+30,7%) e le prime 5 francesi la hanno invece ridotta di 5,8 p.p. (-11,3%). L’esame di questi dati evidenzia che appare difficile ipotizzare un ulteriore, significativo incremento del grado di concentrazione del mercato italiano.
A conclusioni sostanzialmente analoghe si perviene esaminando gli indici di Herfindahl. Molti mercati bancari europei sono ben più concentrati rispetto a quelli dei quattro Paesi che abbiamo esaminato, ma mentre nel 2008 l’indice di Herfindahl relativo al mercato bancario italiano si posizionava ben al di sotto di quelli di Spagna e Francia (0,307 vs. 0,497 e 0,681) al termine del 2017 esso risultava prossimo a quello della Francia (0,519 vs. 0,574), inferiore a quello della Spagna (0,965) ma ben superiore a quello della Germania (0,250).
Il fatto che la crescita dell’indice di Herfindahl (determinato su base consolidata) sia risultata, sia in Italia che in Spagna, di maggiore intensità rispetto allo sviluppo delle quote di mercato detenute dalle prime cinque banche individuali conferma che il potere di mercato dei principali gruppi bancari italiani ha già raggiunto livelli significativi.