Il ritorno della volatilità
Il primo bimestre del 2018 non è stato facile per i mercati finanziari globali. Dopo un avvio brillante, probabilmente il migliore da molti anni, la pubblicazione di un rapporto sul mercato del lavoro statunitense (2 febbraio 2018) ha determinato un crollo dei mercati finanziari mondiali. I mercati si sono poi ripresi, come noto, ma il fattore nuovo da considerare è l’improvviso e consistente aumento della volatilità, rilevato sia sui mercati azionari statunitensi che su quelli di altre economie avanzate. In particolare, il VIX statunitense ha subito un’impennata giornaliera (5 febbraio) di un’intensità che non si registrava dal 1987. È interessante rilevare che il crollo dei mercati azionari era stato anticipato da un incremento significativo dei rendimenti a breve termine tra settembre e fine gennaio 2018. I rendimenti a lungo termine avevano seguito quelli a breve a partire da dicembre 2017. Il dollaro ha proseguito nella fase di indebolimento, nonostante il rafforzamento della politica monetaria USA, e questo con particolare vigore solamente nei confronti dell’euro.
L’analisi dei mercati riportata nella BIS Quaterly Review ed intitolata “Volatility is back” (che potete scaricare in lingua italiana cliccando qui) spiega con accuratezza alcune delle questioni fondamentali che interessano oggi investitori e speculatori. L’analisi è corredata da due interessanti riquadri concernenti l’analisi della recente dinamica del VIX statunitense e l’evoluzione delle holding bancarie intermedie negli Stati Uniti.