Il valore dell'indipendenza delle banche centrali
L'indipendenza è un valore raro e quella delle banche centrali è stata conquistata in decenni di duro lavoro. Kenneth Rogoff ha recentemente pubblicato sul tema un interessante paper, intitolato "Is The Beginning of the End of Central Bank Independence?", al quale potete accedere direttamente dal sito del G30 cliccando qui. E' un paper che richiede dedizione e che tocca, in modo essenziale, tutti i temi di attualità connessi alle politiche monetarie ed al ruolo delle banche centrali, una lettura indispensabile ad ogni banchiere ed a ogni investitore serio. In uno scenario di tassi negativi il mondo della finanza si inverte: ciò che un tempo assumeva segno positivo inverte la sua valenza, e viceversa. Anche il modo di fare banca muta integralmente: si pensi, ad esempio, al diverso significato del costo della raccolta dalla clientela, una variabile centrale nel conto economico di ogni banca, costo che in uno scenario di tassi negativi dovrebbe assumere segno positivo, cioè assumere il ruolo di ricavo. Se le politiche monetarie funzionano, i depositi dovrebbero comportare un interesse negativo per i depositanti e, pertanto, dovrebbero determinare ricavi a favore della banca.
L'indipendenza delle banche centrali dovrebbe essere difesa se si vuole che gli strumenti di politica monetaria a loro disposizione funzionino meglio. Come evidenzia Rogoff, l'indipendenza delle banche centrali è minacciata sia da destra che da sinistra: la prima vorrebbe banche centrali meno disposte ad espandere i loro asset, la seconda, invece, desiderebbe una maggiore espansione delle loro attività. Le motivazioni poste a base dei rischi di riduzione della indipendenze delle banche cnetrali, che Rogoff evidenzia e dettaglia, sono quattro:
- il venir meno dell'inflazione a livello globale;
- la paralisi delle politiche monetarie in una zona di interessi prossimi allo zero;
- la limititata capacità delle banche centrali di stimolare la crescita economica;
- la pericolosa convinzione che, in un contesto di tassi di interesse ultracontenuti, i debiti pubblici possano crescere senza alcun rischio per la loro sostenibilità.
A partire dalla Grande Crisi Finanziaria le banche centrali si sono assunte enormi responsabilità nel fornire supporto alle deboli politiche fiscali che, in ordine sparso, le principali economie hanno adottato e per salvare il sistema finanziario da una crisi che nessun Tesoro avrebbe potuto fronteggiare in modo così efficace e tempestivo. Ridurre l'indipendenza delle banche centrali sarebbe un danno irreparabile in un contesto economico soggetto a grandi e rapidi mutamenti come quelli che ci attendono nel corso dei prossimi 10 anni.