Jonathan McMillan - La fine della banche. Il denaro, il credito e la rivoluzione digitale.
Il libro di Jonathan McMillan (pseudonimo di un banchiere di investimento e del prof. Jurg Müller) non è un libro per tutti. Nonostante esso non si rivolga ad accademici e consenta una lettura divertente e talvolta spassosa, è un testo tecnico che riporta la finanza alle basi fondamentali e propone una radicale revisione del funzionamento dei nostri sistemi finanziari.
Il quadro di regole al quale esso fa riferimento è quello statunitense, ma la logica di fondo è applicabile anche all'Europa, caratterizzata dalla medesima inafferrabilità legale delle attività svolte della banche e dalle società ad esse direttamente o indirettamente connesse. Gli esempi riportati nel testo risultano calzanti, concreti, supportati da evidenze contabili chiare ed incontrovertibili. Il grido di allarme che gli autori sviluppano è razionale e provocatorio: possono essere sviluppate dozzine di revisioni dell'Accordo sul Capitale di Basilea, nessuna di esse potrà risolvere i problemi del sistema bancario e le strette interrelazioni che grazie alla Grande Crisi Finanziaria sono state istituite fra politica monetaria e fiscale.
La radicale riforma che gli autori propongono si fonda, in estrema sintesi, sull'introduzione di quattro nuove regole di condotta della vigilanza e della politica monetaria (una regola di solvibilità tecnica, una regola di solvibilità sistemica, una commissione di liquidità e l'introduzione di un reddito incondizionato) e spostano buona parte dello sviluppo delle attività di prestito al di fuori del perimetro delle banche. È una proposta sulla quale meditare accuratamente, non fosse solo per il fatto che essa possiede il coraggio di proporre una lettura controintuitiva e professionale della nostra realtà ed offre esempi che, pur nella loro essenzialità, potrebbero essere facilmente testati e simulati. Probabilmente la troveremo in Basilea XXXIII.....