La digitalizzazione che corrode le banche
Davvero la trasformazione digitale delle banche permetterà ad esse di recuperare livelli di redditività del capitale adeguati? La risposta è no se la digitalizzazione verrà impiegata principalmente per recuperare efficienza operativa e resilienza, mentre potrebbe essere, invece, molto positiva se essa è solo un tassello, probabilmente il meno importante, di un più ampio sviluppo della cultura digitale e della logica organizzativa presente in una banca.
Cultura digitale non significa impiego indiscriminato di ogni genere e tipo di applicativo e device tecnologico. Al contrario, una solida cultura digitale si fonda sulla ricerca della massima flessibilità ed economicità operativa, sulla accurata valorizzazione di ogni dato ed informazione disponibile e sulla ricerca della massima libertà ed indipendenza operativa, sia personale che dell'organizzazione considerata nel suo complesso. Applicati alla banca questi concetti potrebbero risultare dirompenti e dimostrano l’inutilità di investimenti in tecnologia finalizzati unicamente a traghettare nel mondo digitale ciò che già si fa nel mondo fisico.
Ciò che conta è mettere al centro il cliente ed ogni conformazione possibile delle sue esigenze bancarie, finanziarie ed assicurative, costruire una value constellation di attori capaci di soddisfare ogni possibile combinazione di tali esigenze e semplicemente gestirla nel migliore dei modi. Questo è l’unico obiettivo della digitalizzazione. Sotto questo profilo può risultare più digitalizzata una banca monosportello che dialoga con i propri clienti via Zoom e che gestisce loro le applicazioni necessarie a soddisfarli piuttosto che colossi dotati di piattaforme tecnologiche globali.
Ha quindi pienamente ragione Pentti Hakkarainen, membro del Board del SSM della BCE, quando sostiene che la tecnologia espone le banche alle loro vulnerabilità. In un recente discorso, che vi consiglio di leggere ed al quale potete accedere cliccando qui, egli riporta molte osservazioni utili per coloro che si occupano di digitalizzazione. La digitalizzazione rinforza gli intermediari capaci ed elimina i mediocri. Ma non è merito o colpa della tecnologia e della mole di investimenti necessari, è principalmente merito o colpa della cultura e della logica aziendali. Le tecnologie esistono, costano sempre meno e sono accessibili anche ad una banca monosportello. Gli investimenti più necessari, invece, sono quelli utili per liberare le strutture organizzative e la cultura delle banche. E' una questione di logica, non di tecnologie.