Le debolezze che non vogliamo vedere
“Oggi da più parti si dice: “insieme ce la faremo”. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano. Ce la faremo partendo dai punti di forza di cui qualche volta ci scordiamo; affrontando finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere.”
Il Governatore Visco conclude con queste parole (tutti i grassetti sono miei) le sue Considerazioni finali presentate ieri a Roma (che potete scaricare cliccando qui), probabilmente le più determinate che abbia mai scritto. Nonostante la ritrosia del nostro Paese ad esaminare con accuratezza i problemi veri, e le connesse soluzioni possibili, l’invito del Governatore ad un dialogo non retorico, finalizzato a cauterizzare le non poche ferite aperte che la società e l’economia italiane si portano dentro da lungo tempo, e contraddistinto dalla volontà di voler vedere, sino in fondo e senza autocommiserazione, i molti punti di debolezza del Paese, rappresenta il punto dal quale ripartire.
Quale metodo di lavoro adottare? “Un ambiente economico rinnovato potrà dare frutti se tutti i protagonisti che lo animano − le imprese e le famiglie, chi studia e chi lavora, gli intermediari finanziari e i risparmiatori − sapranno assumere la piena responsabilità del proprio ruolo. Ma non si tratta solo di economia. Se le trasformazioni che l’economia, la società, la politica, la cultura subiranno sono incerte, vi saranno certamente interazioni e reciproche influenze. Bisognerà riconoscere e essere aperti a molteplici punti di vista, interessi, esigenze; servirà un confronto ordinato e un dialogo costruttivo tra chi ha competenze diverse, così come tra coloro che hanno responsabilità distinte ma non per questo tra loro indipendenti e distanti.”
Conoscenza, onestà intellettuale, coraggio delle proprie idee, rispetto di quelle altrui, caduta di ogni forma di silenzio o di censura, di collateralismo, di timore, di conflitto di interessi, di collusione. Ecco una lista di fattori così rari in Italia. D'altro canto, tre crisi sistemiche in poco più di dieci anni non possono essere affrontate ancora ridendo, scherzando e confidando nella fortuna. Che il distanziamento sociale serva a fare meno sfoggio della nostra buona educazione ed a farci, invece, riflettere, decidere ed agire di più?