Non Performing Land
Lo scorso 20 dicembre 2017 il dott. Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza della BCE, ha espresso uno scambio di opinioni dinanzi al Parlamento italiano. Le imminenti festività natalizie hanno probabilmente ridotto la portata mediatica delle sua Dichiarazione introduttiva, ma tra i tanti temi che sono stati toccati dal dott. Angeloni ve ne è uno centrale che riguarda la qualità degli esponenti bancari in tema di possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità.
Il dott. Angeloni conclude il proprio intervento con queste parole:
"Prima di concludere, vorrei menzionare un ostacolo da noi incontrato, riguardante i poteri della BCE in materia di verifica dei requisiti di professionalità e onorabilità dei membri degli organi di amministrazione in Italia.Tali poteri sono soggetti ai limiti stringenti derivanti dalla normativa italiana vigente.
Sebbene la direttiva sui requisiti di capitale (CRD IV) sia stata recepita dall’ordinamento italiano, le disposizioni in materia di verifica dei requisiti entreranno in vigore solo con l’adozione di un decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Finché tale decreto non sarà stato adottato, i requisiti di professionalità e onorabilità applicabili in Italia saranno di portata molto ridotta.
Di conseguenza, l’attuale ambito di applicazione delle verifiche condotte dalla BCE e dalla Banca d’Italia sugli esponenti aziendali italiani risulta limitato. Una rapida e piena attuazione delle disposizioni di legge favorirebbe una maggiore coerenza di approccio fra l’Italia e il resto dell’unione bancaria."
Date le imminenti elezioni politiche, pare difficile immaginare che le assemblee primaverili dei soci delle banche italiane debbano svolgersi in presenza del decreto attuativo del MEF, per cui nel migliore dei casi sarà necessario attendere la primavera del 2019.
Ma è anche commovente credere che sia possibile negoziare con BCE temi rilevanti quali la nuova disciplina di riduzione dei NPL facendo leva su una armata di banchieri composta, forse in maggioranza, da soggetti che potrebbero risultare lontani dal possesso dei requisiti richiesti dalla nuova normativa europea.
Non deve stupire che un eventuale irrigidimento della BCE nei confronti dei crediti malati italiani trovi una sponda facile nel fatto che sono proprio gli esponenti aziendali "non compliant" con la nuova normativa ad essere i responsabili primi dei processi di concessione del credito. Non è solo un problema di Non Performing Loans, agli occhi di Francoforte il nostro è un Non Performing Land che dimostra mancanza di volontà nel volersi dotare di una nuova generazione di esponenti aziendali.