Perdita di Natura
Coloro che si occupano professionalmente di tematiche ESG osservano che anche il clima politico è oggi fortemente mutato e che molto più variabili risultano sia gli obiettivi ESG che debbono essere raggiunti che le vie tramite le quali essi possono essere conseguiti.
È un'ottima occasione, quindi, per tentare di sfuggire, almeno temporaneamente, alla logica stringente della compliance e riprendere a riflettere più serenamente sui benefici - sia per il sistema finanziario che per le imprese - di un approccio maggiormente proattivo, e basato su principi, al conseguimento degli obiettivi ESG.
Un utile punto di partenza è ricordare che le questioni ambientali, sociali e di governance non sono solo un fattore di rischio per banche ed imprese, ma rappresentano anche un’importante opportunità di creazione di valore, se adeguatamente esaminate e gestite.
L’executive summary di un paper recentemente rilasciato dalla Vigilanza della BCE (“Living in a world of disappearing nature: physical risk and the implications for financial stability”, ECB Occasional Papers n. 333) evidenzia, con logica cartesiana, quanto sia rilevante porre la massima attenzione alla Natura:
“Una natura rigogliosa offre molti benefici che sostengono il benessere umano e l'economia globale. Sfortunatamente, l'uso intensivo del suolo, il cambiamento climatico, l'inquinamento, lo sfruttamento eccessivo ed altre attività umane stanno rapidamente degradando le nostre risorse naturali. Questa perdita di natura rappresenta un serio rischio per l'umanità in quanto minaccia interessi vitali, come la fornitura di cibo e di medicinali. Tali minacce sono anche esistenziali per l'economia e il sistema finanziario, poiché la nostra economia non può sopravvivere senza la natura.”
Ricordarsi che la Natura esiste e che di essa deve essere tenuto conto non solo con riferimento alla gestione degli impianti fisici, ma anche nella gestione del capitale umano e delle relazioni con i clienti e con gli stakeholder di una qualsiasi iniziativa economica, digitalizzazione compresa, non dovrebbe essere così difficile.
Non si tratta di compliance, ma di rispetto di noi stessi. E finché considereremo l’ecosistema dei fattori ESG unicamente come fonte di rischi, e non anche di leva per cogliere grandi opportunità, il capitalismo non potrà avere un futuro produttivo di grandi ricchezze.
Ritornare alle radici del capitalismo può forse farci recuperare l’equilibrio e la giusta postura per affrontare i rischi ESG? San Francesco - al quale, come noto, la cultura del capitalismo deve moltissimo - nel Cantico delle Creature dichiarava come suoi fratelli il sole, il vento ed il fuoco e quali sue sorelle l’acqua e la Terra (prima sorella, e poi madre: curioso....), relegando nella categoria “altri parenti prossimi” la luna, le stelle, l’aria ed il cielo. La Natura non può essere considerata nemica. Il capitalismo ha certamente bisogno, oggi più che mai, di rivalutare il ruolo di questa costellazione di attori primari della nostra vita e delle nostre economie e dovrebbe dimostrare di possedere un'intelligenza, dei principi di gestione ed una cultura più evoluta - sia sotto il profilo politico che economico - rispetto a quelli adottati da altri sistemi economici.