Il caos degli ESG
Il Governatore della Banca d'Italia, dott. Ignazio Visco, è tornato sul tema della sostenibilità con un'interessante prolusione, pronunciata lo scorso 26 settembre ed intitolata "Sustainable development and climate risks: the role of central banks", che potete scaricare dal sito della Banca d'Italia cliccando qui.
Come noto, il ruolo del sistema finanziario è centrale nel fornire supporto alla sostenibilità, e questo sia con riferimento alla organizzazione interna degli intermediari, sia con riferimento ai criteri ESG che servono per allocare correttamente le risorse finanziarie.
Per quanto concerne il primo tema, il Governatore evidenzia quanto segue (grassetto mio): "Given its central role in the allocation of resources, the financial sector can be key in influencing the scope, speed and smoothness of the transition to a low-emissions economy. However, it can only do so effectively if banks and other financial intermediaries integrate sustainability in their investment decision-making processes, especially in their corporate governance systems and in their risk management and investment strategies". Un approccio serio alla sostenibilità, pertanto, richiede un mutamento assai profondo nel modo di condurre le banche e gli altri intermediari finanziari.
Per quanto concerne il secondo tema, il Governatore muove ai criteri ESG - posti a base della valutazione della sostenibilità delle performance delle imprese - le seguenti quattro osservazioni (anche qui grassetti miei):
"Several challenges, however, lie ahead. Currently, there are neither widely accepted rules for ESG data disclosure by individual firms nor agreed auditing standards to verify the reported data.
Moreover, there are intrinsic difficulties in deciding which indicators are relevant in assigning an ESG score – think, for example, of the problem of evaluating the “social” component – especially when compared to financial aggregates, where the key indicators, such as revenues, costs, earnings and cash flows, are widely available and are all auditable items.
Apparently, ESG-score providers rely heavily on voluntary disclosure by firms and on subjective methodologies to select, assess and weight individual ESG indicators. This, of course, adds to the arbitrary nature of the scores. As a result, ESG scores of individual firms differ greatly across rating agencies if compared, for example, with credit ratings. According to our studies and in line with the existing literature, the correlation between the ESG scores assigned to the major listed companies in the euro area by three of the main providers ranges from 40 to 60 per cent, compared with a correlation between credit ratings that is over 90 per cent.
There is also evidence of significant biases in ESG scores, which tend to overrate the companies that are larger and belong to specific industrial sectors and geographic regions."
I quattro principali problemi connessi agli ESG riportati dal Governatore nel suo intervento - e cioè i) mancanza di criteri omogenei per la diffusione di dati e la revisione degli stessi; ii) mancanza di criteri per assegnare un peso relativo ai singoli indicatori; iii) presenza di metodologie soggettive per valutare e definire i singoli parametri ESG da parte delle società di rating; iv) presenza di rating più "generosi" a favore di imprese di maggiori dimensioni e/o operanti in specifici settori/aree geografiche - rendono quantomeno necessaria una loro rapida soluzione se si desidera che il sistema finanziario operi, seriamente ed attivamente, a favore della sostenibilità.