Non proteggete le banche, please!
La trasparenza ed il Terzo Pilastro di Basilea 2, 3 e 4 pagano più della protezione accordata dalle autorità di vigilanza e dalla politica. Questa, in sintesi, la lezione che si trae dalla lettura del decisamente ben fatto paper di Beber, Fabbri, Pagano e Simonelli recentemente pubblicato dall'European Systemic Risk Board ed intitolato "Short-selling bans and bank stability".
Il tema di partenza concerne l'imposizione di restrizioni alle vendite allo scoperto di azioni quotate emessa da banche ed intermediari finanziari, così come avvenuto in Italia dal 22 settembre 2008 al 31 luglio 2009 e dal 12 agosto 2011 al 24 febbraio 2012.
"Our evidence indicates that short-selling bans are not associated with greater bank stability. In fact, our estimates, even controlling for the endogeneity of the bans, point to the opposite result, namely that bans on short sales tend to be correlated with higher probability of default, greater return volatility and steeper stock price declines, partic- ularly for banks. The market may have read the imposition of bans as a signal that regulators were in possession of more strongly negative information about the solvency of companies, and especially banks, than was available to the public."
Ma una lettura accurata del paper evidenzia altri segnali importanti per un banchiere, probabilmente più utili di pranzi o cene con supervisori e ministri, così sintetizzabili:
- ogni segnale teso a comprimere la percezione dei rischi di una banca da parte del mercato viene letto dal mercato quale aggravante del rischio medesimo. Meglio la dura verità, la soppressione di informazioni negative crea incertezza ed incredulità;
- la solvibilità di una banca non dipende dalle buone relazioni con i supervisori, ma da eccellenti relazioni con il mercato e con gli investitori. I banchieri che vivono prevalentemente di supporti politici fanno un danno alle loro banche;
- la prima variabile che il mercato considera per elevare la probabilità di default di una banca a fronte di una restrizione di informazioni è il mismatch fra attivo e passivo e non il grado di leva o il livello di patrimonializzazione;
- le preoccupazioni dei regolatori e le azioni poste a difesa dei vigilati infondono al mercato la convinzione che la situazione della banca sia ben più grave di quella percepita;
- ogni divieto imposto al mercato agisce come catalizzatore di una risposta univoca di segno negativo da parte del mercato stesso.
Sarebbe facile concludere con il tradizionale elogio del mercato, ma il tema sollevato dagli Autori è molto più ampio ed utile. Il mercato merita sempre rispetto, e questo è assodato. Ma le prima responsabilità degli organi di vertice di ogni istituzione finanziaria vigilata è la trasparenza. I banchieri tattici, opachi e abili nel nudging di intere platee sono riusciti solo a generare qualche centinaio di miliardi di NPL.