Rischi ambientali ed industria finanziaria
Il dott. Salvatore Rossi, Direttore Generale della Banca d'Italia e Presidente dell'IVASS, ha recentemente pronunciato un’interessante prolusione intitolata "Finanza e cambiamento climatico" (che potete scaricare direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui) in occasione di un convegno organizzato sul tema dall’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (ANSPC).
I cambiamenti climatici, ormai innegabili da chiunque, richiedono l’adozione di una nuova griglia di analisi dei fattori di rischio. Questa prima area di lavoro richiede sia per le banche che per le assicurazioni:
- l’analisi di nuovi dati ed informazioni concernenti i rischi climatici, ad oggi solo in parte disponibili. Tali dati ed informazioni, in corso di approfondimento e sviluppo da parte di alcune istituzioni, dovranno poi essere tradotti in concrete regole di comportamento per gli intermediari, un esercizio che si preannuncia non facile data la peculiare natura e struttura dei rischi ambientali;
- la definizione di una tassonomia univoca circa ciò che è sostenibile per l’ambiente e ciò che non lo è, tema sul quale la Commissione Europea ha già avviato specifici lavori;
- l’introduzione di eventuali nuove regole prudenziali che incentivino prestiti o investimenti sostenibili, e quindi meno rischiosi sotto il profilo ambientale.
La riduzione delle emissioni di gas serra, inoltre, richiederà la realizzazione di investimenti ingenti. La presenza di definizioni accurate e condivise a livello europeo circa ciò che è sostenibile sotto il profilo ambientale sarà certamente utile per introdurre “ … interventi regolamentari, ad esempio sui riferimenti (benchmarks) utilizzati dagli investitori istituzionali per le proprie scelte di investimento, perché tengano conto anche della sostenibilità ambientale, ovvero potranno essere definiti standard applicabili alle emissioni di green bonds con cui imprese, banche e organismi pubblici raccolgono fondi per finanziare o rifinanziare progetti ecosostenibili.” Si dovrà inoltre garantire che “… le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità ambientale siano tenute in conto da imprese e distributori nel fornire ai clienti stessi consulenza su prodotti finanziari o assicurativi”, ciò che richiederà anche modifiche di MiFID II e della IDD.
Dato che il settore assicurativo è quello maggiormente esposto ai rischi ambientali, l’intervento del dott. Rossi si conclude con un paragrafo ad hoc. In buona sintesi, il settore assicurativo sarà chiamato a gestire i rischi ambientali in modo più accurato, beneficiando anche degli importanti approfondimenti in corso da parte dell’International Association of Insurance Supervisors (IAIS) e di EIOPA. I rischi ambientali si preannunciano quindi come uno dei pilastri nella gestione delle imprese di assicurazioni, sia sotto il profilo delle opportunità di business che sotto quello della gestione attiva dei rischi, un tema sul quale investire senza retorica e senza essere politicamente corretti.