Rischi climatici?
Nel corso degli ultimi anni la sostenibilità è stata sbandierata in oogni direzione e per ogni scopo, rivelandosi spesso più uno strumento di marketing che non un diverso e più accurato approccio alla conduzione delle imprese e dell'economia.
La Treccani ci informa (grassetto mio) che la sostenibilità: "nelle scienze ambientali ed economiche, è la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
La sostenibilità, sotto il profilo dei contenuti ambientali, discende dallo studio dei sistemi ecologici, tra le cui caratteristiche assumono rilevanza proprietà quali la capacità di carico, le possibilità di autoregolazione, la resilienza e la resistenza che, nel loro insieme, influiscono sulla stabilità dell’ecosistema. Un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile; inoltre, maggiore è la sua stabilità maggiori sono le sue capacità di autoregolazione rispetto a fattori interni, e soprattutto esterni, che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio.
I fattori che ancor più disturbano l’equilibrio degli ecosistemi sono le relazioni che gli stessi instaurano con un altro tipo di sistema complesso come quello antropico. L’interazione tra i due sistemi complessi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili. In particolare, la ricerca pone attenzione sulla possibilità che si verifichino le cosiddette reazioni non lineari, alterazioni irreversibili dell’equilibrio del sistema ambientale in prossimità di valori soglia della capacità di carico, o se si vuole di recupero, del sistema stesso.
La capacità di risposta e regolazione dei sistemi interessati alle perturbazioni a sua volta è tanto maggiore quanto più grande è la varietà strutturale e funzionale del sistema."
La sostenibilità, pertanto, richiede un approccio di medio-lungo termine allo sviluppo delle nostre economie e risente negativamente anche dell'imperante short-terminismo che affligge imprese e mercati.
Quali sono gli impatti che la ricerca della sostenibilità avrà sul settore finanziario? E' una domanda alla quale le banche centrali hanno tantato di dare una prima risposta, sviluppando riflessioni significative sul tema. Merita di essere citata, per la sua solida concretezza, la prolusione che Sharon Donnery, Governatrice della Banca Centrale di Irlanda, ha recentemente pronunciato sul tema ("Risks and opportunities from climate change") e che rappresenta una buona sintesi delle riflessioni in essere.
La lettura dell'intervento della Donnery lascia intuire l'enorme opportunità che la sostenibilità riveste per il settore finanziario. Alcune domande alle quali esso dovrà dare risposte, molto concrete, possono essere così sintetizzate:
a. come riconvertire un sistema economico in un sistema che contribuisca ad incrementare la capacità di carico, le possibilità di autoregolazione, la resilienza e la resistenza, e quindi la stabilità, dell'ecosistema?
b. come coniugare l'ecosistema economico con il sistema ecologico?
c. come far fronte ai rischi climatici?
d. come affrontare i rischi di una lunga transizione verso una economia a basso contenuto di carbonio?
Le risposte sono molte, ma la conclusione è solamente una: bisogna fare investimenti.
"This investment will cover a range of activities:
1. Developing disruptive innovations, including some that we may not already have thought about.
2. Expanding new types of infrastructures, including for clean sources of energy, not least given the potential increased cost efficiency of these.
3. Adapting existing infrastructures, such as retrofitting existing homes and offices to make them more energy efficient.
The key point is that this investment will need to be financed. And, while there is a role for public investment, a significant part of the adjustment will fall to the private sector. This is where the
opportunity for finance lies. To meet this challenge, the financial sector will need to innovate - just like the rest of the economy."
In Irlanda la transizione verso una economia sostenibile e low-carbon richiederà nel corso dei prossimi 11 anni circa 50 miliardi di euro di investimenti. Probabilmente saranno di più.
Ora il PIL dell'Irlanda è circa un decimo di quello italiano, il che significherebbe che in Italia saranno necessari almeno 500/600 miliardi di euro di investimenti da qui al 2030, un terzo del volume dei crediti attualmente erogati al settore privato.
Crisi delle banche? Quale crisi?