Risk-sharing
La redazione di una collana di storia economica dedicata allo studio della Grande Crisi Finanziaria, delle sue molteplici cause e dei suoi tantissimi effetti sia a livello globale che di singolo paese, richiederà ancora molti anni di lavoro, di studi, di ricerche e di riflessioni. Cionondimeno il difficile decennio che è trascorso ha già permesso la definizione di alcuni importanti contributi sul tema.
Relativamente agli effetti che essa ha determinato sull’area dell’Euro pare utile evidenziare che il dott. Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea, ha svolto alcune interessanti considerazioni di sintesi sul tema nel discorso che egli ha tenuto all’Università Europea di Firenze lo scorso 11 maggio, intitolato “Risk-reducing and risk-sharing in our Monetary Union” ed al quale potete accedere, direttamente del sito della BCE, cliccando qui.
“The unfolding of the euro area crisis yielded lessons for the financial sector, for individual countries and for the union as a whole. But the unifying theme was the inability of each of these actors to effectively absorb shocks. In some cases, because of their weaknesses, they even amplified those shocks.” La Grande Crisi Finanziaria, in effetti, ha moltissimo da insegnare a tutti noi: è un tema di analisi che va affrontato con grande coraggio nella ricerca per la verità, dato che molti hanno responsabilità da sottacere o ridimensionare, ma anche con un grande rispetto per tutto il buon lavoro che è stato fatto prima, durante e dopo la Crisi. La lettura della Grande Crisi Finanziaria richiede un approccio slegato da pregiudizi ed orientato ad evidenziare con accuratezza, in particolare, tutto ciò che è mancato, che è stato fatto male o che è risultato del tutto inutile o, quanto meno, sfuocato negli obiettivi e nel metodo. La Grande Crisi Finanziaria richiede che si cerchi ciò che è mancato e che ancora manca.
Consigliamo vivamente la lettura attenta di questo intervento, forse uno tra i più belli ed importanti di Draghi. In particolare, vi invitiamo a valutare con particolare attenzione queste parole (grassetto nostro): “So, we need an additional fiscal instrument to maintain convergence during large shocks, without having to over-burden monetary policy. Its aim would be to provide an extra layer of stabilisation, thereby reinforcing confidence in national policies. It is not conceptually simple to design such an instrument as it should not, among many other complexities, compensate for weaknesses that can and should be addressed by policies and reforms. It is not legally simple because such an instrument should be consistent with the Treaty. And, as we have seen from our longstanding discussions, it is certainly not politically simple, regardless of the shape that such an instrument could take: from the provision of supranational public goods – like security, defence or migration – to a fully-fledged fiscal capacity. But the argument whereby risk-sharing may help to greatly reduce risk, or whereby solidarity, in some specific circumstances, contributes to efficient risk-reduction, is compelling in this case as well, and our work on the design and proper timeframe for such an instrument should continue.”
L'Europa ha bisogno di nuovi strumenti che le consentano una mitigazione dei rischi mediante la parziale condivisione di essi e lo sfruttamento congiunto delle opportunità che da essi ne derivano. È grazie ad essi che l’Unione potrà rivitalizzare il senso di appartenenza da parte dei suoi cittadini ed adottare un percorso di sviluppo maggiormente stabile e duraturo, fattore di fondamentale importanza per assicurare la sopravvivenza di una grande civilizzazione e di una splendida cultura.