La sostenibilità non è uno slogan
Il Governatore della Banca d'Italia, dott. Ignazio Visco, ha recentemente dedicato ai temi ambientali un interessante intervento - intitolato "Sviluppo sostenibile e rischi climatici: il ruolo delle banche centrali" e che potete scaricare direttamente dal sito della Banca d'Italia cliccando qui - nel quale vengono riassunte molte iniziative intraprese, anche nel settore finanziario, verso una maggiore sensibilità alle ragioni dello sviluppo sostenibile ed una più elevata attenzione agli impatti dei cambiamenti climatici.
Tra i molti temi di interesse trattati nell'intervento, ve ne sono due che meritano di essere sottolineati.
Il primo concerne il riferimento che il Governatore ha fatto alle parole pronunciate nel 1997 da Robert Solow: "Non devo ricordarvi come la "sostenibilità” sia diventata un tema scottante negli ultimi anni [...] Mi pare, tuttavia, che le discussioni sulla sostenibilità siano state in gran parte emotive e ideologiche. Sono invece mancate le analisi su quali possano essere i sentieri sostenibili di una moderna economia industriale e che facciano luce sulle politiche da adottare e i risultati da attendersi." Ad oltre venti anni di distanza queste parole mi pare che siano ancora troppo attuali: la sostenibilità declinata come slogan politico od impiegata quale strumento di marketing e di rafforzamento della brand image è davvero poco rispetto al lungo e faticoso percorso che le economie e le imprese debbono percorrere per ridurre i danni ambientali ed adattarsi ai mutamenti climatici.
Il secondo tema concerne gli impatti che un'adeguata adozione di criteri ESG (Environmental, Social, Governance) ha sulla creazione di valore delle imprese. Il dott. Visco evidenzia che: "Gli investimenti finanziari sostenibili, oltre ad assicurare minori rischi, non penalizzano la redditività: secondo numerosi studi, essi offrono rendimenti di mercato non significativamente inferiori a quelli conseguibili con l’uso dei modelli finanziari tradizionali. Adeguate pratiche ESG consentono alle imprese di beneficiare dei vantaggi competitivi derivanti dall’innovazione, mitigano i rischi operativi, legali e reputazionali, finiscono per tradursi in una più efficiente allocazione delle risorse; tutto ciò tende a determinare un minore costo del capitale e migliori prestazioni operative e di mercato. Analisi condotte in Banca d’Italia, ad esempio, hanno fornito una chiara evidenza di un premio di rendimento delle azioni delle società elettriche europee caratterizzate da minori emissioni di carbonio. L’esperienza ha mostrato come rischi reputazionali e di gravi perdite per le imprese e per i loro azionisti possono derivare, invece, da pratiche aziendali inappropriate riguardo ai profili ESG."
Sono riflessioni utili per ridurre la insostenibilità di talune pratiche aziendali. La ricerca di processi produttivi ed ortanizzativi sostenibili e la difesa delle attiviutà dell'impresa dai rischi climatici (o l'offerta di prodotti e servizi flessibili rispetto ad essi) richiedono un approccio molto diverso alla gestione delle risorse aziendali, probabilmente anche un diverso sistema di contabilizzazione dei costi, di valutazione dei rischi e di monitoraggio della creazione di valore.
La sostenibilità, pertanto, non può essere un comodo slogan ma è, invece, un tema molto concreto per la vita d'impresa, per la leadership e per ogni processo di creazione duraturo di valore. La cura del cliente, l'innovazione, la qualità e le capacità di organizzare la creazione di valore che un buon imprenditore possiede dovrebbero venire dopo la cura per l'ambiente e per le persone, che molti di noi portano quale valore innato.