La digitalizzazione richiede risorse?
La dott.ssa Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale della Banca d'Italia, ha recentemente offerto alcune interessanti riflessioni circa il futuro digitale del sistema finanziario in una prolusione intitolata "Stabilità ed efficientamento del sistema finanziario: dalla dimensione d’impresa ai vantaggi e rischi della tecnologia digitale", che potete scaricare, direttamente dal sito della Banca d'Italia, cliccando qui.
Come noto, le banche italiane sono in ritardo circa l'offerta di servizi e prodotti digitali, e questo probabilmente più per ragioni culturali e di contesto che non per fattori dimensionali o per carenza di risorse da investire, fattori, questi ultimi, pur molto importanti.
Per quanto concerne il contesto è purtroppo risaputo che gli italiani sono, in media, poco digital, e ciò vale anche per quelli più acculturati. Il rapporto con una filiale fisica, un banker o un assicuratore conosciuti di persona sembrano contare di più rispetto a quello che può instaurarsi con un pur eccellente call center.
Con riferimento alle ragioni culturali poste a base del ritardo digitale delle banche italiane, il motivo prevalente è forse da ricercare nella debolezza di capacità di governo strategico che il management di molte banche, anche grandi, ha dimostrato in questi anni. Non è difficile far evolvere il modello di business di un intermediario finanziario se si ha chiarezza strategica e se si sanno valorizzare le risorse tecnologiche e di intelligenza artificiale che, a prezzi assai competitivi, le grandi case tecnologiche mettono ormai a disposizione di tutti (si pensi ad AWS di Amazon o ad Azur di Microsoft) e che anche i ragazzini sanno utilizzare. Il problema, verosimilmente, è che molte banche hanno continuato a focalizzare la loro attenzione sui prodotti ed i servizi offerti e non, invece, sui clienti e sulle loro specifiche esigenze che i dati da essi depositati sui server aziendali potevano facilmente evidenziare, declinando poi strategie di mera sopravvivenza e non di inequivocabile affermazione sui micromercati (forse troppi) nei quali esse operavano.
Come rileva la dott.ssa Perrazzelli a conclusione del suo intervento: "La digitalizzazione della finanza potrà dispiegare a pieno i suoi effetti positivi quanto più gli individui acquisiranno competenze e consapevolezza della natura degli strumenti a loro disposizione e delle conseguenze delle diverse scelte". Capacità di focalizzazione su specifici segmenti di mercato e competenze circa l'analisi dei dati sono fattori indipendenti dalla dimensione e dalle risorse disponibili. Sono cultura d'impresa. Tutto qui.