Transizione climatica ed innovazioni nel settore finanziario
È possibile affrontare e risolvere i problemi indotti dalla transizione climatica facendo leva solamente su un nuovo quadro di norme, di tassonomie e di regole di funzionamento dei mercati e degli intermediari finanziari, senza il contributo di una nuova cultura, degli individui e delle imprese, maggiormente attenta alle esigenze di Madre Natura?
Ed è possibile, sotto il profilo strettamente finanziario, immaginare di far fronte alle immense sfide - poste dagli obiettivi che ci siamo dati in tema di transizione climatica - unicamente utilizzando la medesima tipologia di intermediari, di prodotti e servizi finanziari e di strumenti di vigilanza attualmente in uso?
Non è forse il caso di immaginare nuove tipologie di contratti bancari ed assicurativi, nuovi metodi di analisi e valutazione dei rischi ambientali, sia delle imprese che delle innovazioni che esse propongono, nuove forme di protezione dei Prime Mover in ambito ambientale – che si assumono oneri, rischi e minori economie di scala - e nuove sanzioni per i Greenwasher che tentano di ingannare i mercati e gli investitori (peraltro annoiandoci con una narrativa che danneggia tutti coloro che lavorano seriamente sulle tematiche ambientali)?
Sono temi che sorgono implicitamente leggendo l’intelligente (e assai chiaro) intervento che il dott. Luigi Federico Signorini, Direttore Generale della Banca d’Italia, ha presentato alla Convention AIFIRM lo scorso 3 marzo ed intitolato “Transizione climatica, finanza e regole prudenziali”, che potete scaricare direttamente dal sito della Banca d’Italia cliccando qui.
Iniziamo col rimettere al centro delle nostre riflessioni la Natura, ad ammirarla per quello che fa quale sostentatrice (e riparatrice degli errori) di tutti noi. Poi, con l’intelligenza e la cultura che ci ha dato, innoviamo per restaurare gli equilibri planetari che abbiamo perso.