Transparency Excercise EBA 2014-2015 - Prima parte: patrimonializzazione e rischi delle banche italiane.
Il Transparency Excercise recentemente diffuso dall'EBA è destinato a rafforzare la disciplina di mercato e costituisce un complemento dell’informativa sul Terzo Pilastro rilasciata dalle singole banche. Con riferimento ai principali dati patrimoniali, il Transparency Excercise evidenzia che, in media, le banche italiane censite:
- risultano tra le meno capitalizzate in Europa. A giugno 2015, infatti, il CET1 risulta pari all’11,54% rispetto al 12,84% medio europeo (-1,30 p.p.) con un Total Capital pari a 14,81% rispetto al 16,66% medio europeo (- 1,85 p.p.);
- dispongono di un leverage più contenuto. Il Tier 1, infatti, incide per il 5,60% sul totale delle attività (“Leverage Exposures”) rispetto al 4,88% medio europeo. La differenza, pari a 0,72 p.p., evidenzia un’espansione potenziale delle Leverage Exposures delle banche italiane pari, fermo il Tier 1 attuale, a circa il 15% di esse;
- possiedono un portafoglio dei crediti verso la clientela decisamente più rischioso. A giugno 2015 i Non Performing Loans (“NPL”, configurazione armonizzata EBA) incidono sugli impieghi per il 16,71%, ben 11,12 p.p. (e quindi quasi due volte) in più rispetto al dato medio europeo (5,59%). La differenza accumulata rispetto banche non italiane è enorme e risulterebbe ancora più incisiva ove si considerassero i dati del resto d’Europa al netto di quelli italiani. Tale differenza pone alcuni seri interrogativi. Il primo concerne quali politiche NON sono state adottate in Italia per consentire alle banche di far fronte alla crisi finanziaria, unico Paese che, assieme alla Francia, non ha sopportato nel periodo 2008-2014 costi fiscali diretti e/o un aumento del debito delle amministrazioni pubbliche a seguito degli aiuti erogati alle banche. Il secondo interrogativo concerne lo sviluppo della performance di alcune delle nostre banche: quali manovre di razionalizzazione della base costi dovranno essere adottate per conseguire, con tali livelli di NPL, rendimenti del capitale adeguati?
- hanno in portafoglio NPL costituiti da posizioni in default in misura superiore a quella media europea (99,5% rispetto a 93,9%);
- hanno raggiunto un grado di copertura dei NPL superiore a quello medio europeo - a giugno 2015 esso è pari al 45,39% rispetto al 43,35% medio europeo (+2,04 p.p.) – analogamente a quanto registrato per il grado di copertura dei crediti in bonis (0,57% rispetto allo 0,40% medio europeo);
- dispongono di garanzie sui NPL in misura inferiore rispetto al dato medio europeo (41,5% rispetto al 43,4%);
- evidenziano un’incidenza dei crediti foreborne superiore a quella media europea (a giugno 2015 il 4,83% del totale dei crediti rispetto al 3,57% medio europeo), i quali risultano poi costituiti da una porzione di non-performing superiore alla media europea (63,35% contro il 58,86%);
- dispongono di un grado di copertura dei foreborne inferiore rispetto al dato medio europeo (18,51% rispetto al 22,05%), in particolare per il segmento non-performing degli stessi (27,72% contro il 34,81% medio europeo). I foreborne delle banche italiane risultano, però, assistiti da una percentuale di garanzie lievemente superiore a quella media europea (54,76% rispetto al 51,86%).
- come procedere per rinforzare il capitale ed, in particolare, il Total Capital?
- per quali vie espandere gli asset al fine di elevare la redditività netta del capitale?
- per quali vie (e possono essere davvero molte grazie alla tecnologia) procedere per ridurre il carico dei NPL nei bilanci bancari?
- come rinforzare ulteriormente le dotazioni di garanzie (efficaci) dei crediti contraddistinti da PD ed EAD più elevati?
- come ridurre l'incidenza dei crediti foreborne (dovendo, molto probabilmente, procedere ad un prossimo aumento del loro grado di copertura)?