Tre domande sulle banche italiane
Le reazioni alle quali abbiamo assistito nel corso degli ultimi giorni circa le ingenti perdite subite dai sottoscrittori di obbligazioni subordinate emesse da Banca Etruria sono comprensibili, ma probabilmente non tengono in debito conto il quadro complessivo nel quale hanno operato le banche italiane nel corso degli ultimi anni. Ferme rimanendo le responsabilità individuali dei collocatori (e dei sottoscrittori!) di tali titoli, è necessario ricordare, come evidenziato a pag. 76 del Bollettino Economico BCE n. 6/2015, che nel corso dei 7 anni intercorsi fra il 2008 ed il 2014 l'Italia è stato l'unico Paese (assieme alla Francia) a non aver subito alcun costo fiscale diretto ed alcun incremento del debito delle amministrazioni pubbliche a seguito di interventi a favore del settore finanziario. Come recentemente evidenziato nel corso di una audizione presso la Camera dei Deputati anche dal dott. Barbagallo, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d’Italia, " Alla fine del 2014, gli aiuti di Stato concessi alle banche ammontavano a 238 miliardi di euro in Germania (8,2 per cento del PIL), 52 miliardi in Spagna (5,0 per cento), 42 miliardi in Irlanda (22,6 per cento), 40 miliardi in Grecia (22,2 per cento), 36 miliardi nei Paesi Bassi (5,5 per cento), 28 miliardi in Austria (8,4 per cento), 19 miliardi sia in Portogallo (11,0 per cento) sia in Belgio (4,6 per cento). A quella stessa data era di circa 1 miliardo il sostegno pubblico in Italia, oggi integralmente restituito. A fronte del pur ridotto sostegno, lo Stato italiano ha conseguito guadagni netti, a differenza degli altri paesi, che hanno subito forti perdite." Nella medesima auduzione il dott. Barbagallo ha evidenziato che "A fine giugno (2015, ndr) i prestiti deteriorati ammontavano a 360 miliardi di euro, pari al 18 per cento del totale (dei crediti, ndr); all’interno di questo aggregato, le “sofferenze” ammontavano a 210 miliardi (10,3 per cento degli impieghi). Nel 2008, prima della doppia recessione, l’incidenza dei crediti deteriorati era del 6 per cento, quella delle sofferenze del 3,8." Le tre domande che è utile porsi oggi sono queste: 1. come è stato possibile che un sistema bancario con 360 miliardi di crediti deteriorati (360!) che presta denari ad una economia nella quale la produzione industriale è scesa del 25% dall'inizio della crisi (-25%!) ed il PIL di un decimo (-10%!) stia ancora in piedi senza aver mai ricevuto alcun aiuto di Stato (costi per la collettività pari a 0!)? 2. come è stato possibile che in Italia nessun depositante ordinario abbia sinora perso un centesimo dei propri risparmi? 3. siamo in presenza del solito miracolo all'italiana, pilotato sapientemente dallo Stellone che penosamente ci assiste ormai indefessamente da sessanta anni, oppure vi sono stati alcuni bravi banchieri centrali e talune autorità di vigilanza che, seppur tutti imperfetti, sono stati molto accorti nella loro azione sia sotto il profilo strategico che tattico? Potete scaricare il Bollettino Economico della BCE da qui e l'intervento presso la Camera dei Deputati da qui.