Tre vie per ridurre i costi operativi delle banche
Nonostante la Grande Crisi Finanziaria, le banche europee non hanno conseguito successi significativi sotto il profilo della gestione dei costi operativi. Lo evidenzia un interessante approfondimento contenuto nell’ultimo numero della Financial Stability Review, pubblicata lo scorso maggio dalla BCE, al quale potete accedere (direttamente sul sito della BCE) cliccando qui.
Il tema dei costi operativi è certamente oggetto di costanti attenzioni da parte del management, ma senza grande successo. Come mai? La soluzione al problema passa, come noto, dalla soluzione simultanea di tre livelli del problema:
- definizione di obiettivi chiari in tema di gestione dei costi, e quindi di obiettivi in termini di a) produttività; b) efficienza; c) ottimizzazione di singoli fattori specifici relativi alla singola banca e/o al singolo Paese di appartenenza della banca. Ciascuna di queste tre componenti deve essere attentamente valutata, molto ben conosciuta e gestita attivamente in modo permanente;
- progressiva risoluzione dei gap strutturali di efficienza che esistono rispetto agli intermediari che stanno sulla frontiera di efficienza. Sono infatti i gap che hanno natura strutturale, e non quelli legati a fattori congiunturali e temporanei, che debbono essere individuati e gestiti;
- valutazione circa l’utilità dell’adozione di macrostrumenti tramite i quali intervenire per ridurre i costi operativi quali, ad esempio, l’adozione di un diverso modello di distribuzione dei prodotti e servizi, la definizione di processi di aggregazione tra banche e la digitalizzazione di alcune aree di attività, tutti strumenti da attivare se e solo se generano effettive economie di scala e/o di scopo. Peraltro conseguire costantemente ulteriori economie di scala e, soprattutto, di scopo dovrebbe essere un tema costante per il management di qualsiasi intermediario finanziario, così come la digitalizzazione dei processi e dei servizi, se essa produce risultati tangibili.
Rimane aperta almeno un’altra questione: perché intervenire sui costi operativi e non sopravvivere in attesa dei benefici di una fase espansiva dell’economia o di un qualche provvedimento normativo che consenta la riduzione del personale o dei NPL? la risposta risiede nel fatto che elevare l’efficienza operativa delle banche libera continuamente nuove risorse utili per produrre una significativa espansione, day-by-day, dei prodotti e dei servizi che possono essere offerti all’economia, consentendo quindi il conseguimento di un doppio vantaggio simultaneo (miglioramento nell'utilizzo, se non riduzione, dei costi operativi e sviluppo delle economie di scala/scopo e dei ricavi).
Contrariamente a quanto si crede, infatti, l'efficienza ha più la forma di una spirale che non quella di una linea retta, ed i guadagni o le perdite sono più che proporzionali in entrambe le direzioni....