Welcome Brexit!
Brexit sarà un rilevante game changer per l’Europa e per il sistema finanziario, non solo per quello europeo. Il periodo di transizione - che potrebbe estendersi sino al 31 dicembre 2020 in presenza di un accordo che, però, allo stato attuale è ancora in fase di negoziazione - si concluderà ex-lege il prossimo 30 marzo 2019. Da quella data il Regno Unito sarà considerato Paese terzo, con tutto ciò che tale qualifica comporta in termini legali.
Nell’ultima Newsletter del SSM della BCE è comparso un breve articolo che sintetizza in modo efficace quanto sta per avvenire, intitolato “Brexit: impact of a potential transition period” ed al quale potete accedere direttamente dal sito della BCE cliccando qui.
In buona sintesi, per gli intermediari bancari e finanziari della zona euro Brexit significherà che:
- il cd. “passaporto europeo” non potrà più essere impiegato dagli intermediari dell’Unione per operare in UK e da quelli britannici per operare in Europa;
- gli accordi che incidono sulla completezza ed indipendenza dei processi di risk management e di governance interna dovranno essere rivisti, con particolare riguardo alle competenze di trading e di hedging;
- il trattamento prudenziale di talune esposizioni verso il Regno Unito sarà elevato a quello verso “terze parti” ed il trattamento delle passività emesse sotto il regime della legislazione britannica potrà mutare significativamente;
- i contratti operanti con soggetti residenti nel Regno Unito dovranno essere rivisti sia perché la perdita del “passaporto unico” potrà impedire loro di svolgere taluni servizi a favore di banche dell’Unione, sia perché dalla data di uscita del Regno Unito potrà applicarsi unicamente il diritto britannico, con tutto ciò che esso determina sui rischi per banche e clientela.
Quali aree di intervento dovranno esser presidiate dalle banche della zona euro? La funzione chiamata a svolgere le analisi e le valutazioni più approfondite sarà il risk management, mentre l’area di interventi più estesa sarà quella della internal governance. In tutto questo processo il dialogo con la Vigilanza sarà di fondamentale importanza ed è molto importante che le banche si dotino di un efficace piano di azione connesso alla Brexit.
Sotto il profilo strategico, invece, dovrebbero essere valutate accuratamente quali nuove opportunità di business possono essere colte da un intermediario della zona euro grazie a Brexit. L’impressione è che esse possano risultare molte ed interessanti e che, proprio a tale riguardo, sia bene investire da subito per disporre sul territorio britannico di società autorizzate ed operanti capaci sia di ampliare l’offerta di servizi alla clientela europea che di superare il ristretto confine della zona euro per sviluppare operazioni globali.